I razza strana, di Giacomo Toma
Cosa succederebbe se vostro padre nascondesse tutti i risparmi accumulati con il duro lavoro e voi non riusciste a ritrovarli? La storia de I razza strana ruota intorno a un episodio come questo: durante la Seconda guerra mondiale il capostipite dei Felline, Oronzo, nasconde i suoi soldi in un luogo segreto e sicuro, senza però dire nulla ai figli, cosicché la sua morte improvvisa e prematura ne renderà difficile il ritrovamento. La ricerca del “tesoro nascosto” diventa un’ossessione per tutti, sebbene col passare degli anni si trasformi in pura e semplice curiosità.
I razza strana, il romanzo scritto da Giacomo Toma, narra le vicende dei Felline, una famiglia di coloni pugliesi che improvvisamente diventano proprietari terrieri. Nonostante questo colpo di fortuna, la loro esistenza non viene alterata in alcun modo: essi continuano a lavorare sodo come hanno sempre fatto. Il titolo pone l’accento sulla peculiarità che li contraddistingue: la stranezza, qualcosa di inafferrabile e inspiegabile che ne determina le vite come un destino inesorabile. Ognuno di loro però ha un proprio modo di essere “strano”: Oronzo va a caccia, ma non essendo un bravo cacciatore, quando torna a casa invece della selvaggina porta le galline del suo pollaio alle quali ha sparato; Ettore lega il cane per fargli un ritratto; Sebastiano ha la passione per gli alberi fin da piccolo e li conta ogni giorno per paura che ne venga a mancare qualcuno. Nonostante le loro stramberie questi uomini mostrano una grande forza e capacità di accettazione, che non vuol dire affatto rassegnazione.
Questa saga familiare si sviluppa nell’arco di tempo compreso tra i primi del novecento e le soglie del duemila. La storia dell’Italia con le sue trasformazioni politiche, sociali, culturali e tecnologiche, diventa lo sfondo della storia personale dei Felline, che restano chiusi nel loro mondo dove tutto si svolge con un ritmo diverso e ciò che viene dall’esterno viene inglobato con estrema lentezza e gradualità.
Leggendo il libro si respirano i profumi della terra pugliese, se ne percepiscono i colori e i sapori, ma soprattutto si viene a contatto con quella mentalità rurale in cui l’esistenza viene scandita dai cicli della natura che è contemporaneamente sostentatrice e maestra di vita.
La profonda ironia che pervade l’intero universo narrativo e quella sorta di nostalgia per un mondo che non c’è più rendono la lettura interessante.