Il grande sogno seventies (Vendendo l’Inghilterra alla libbra)
‘Can you tell me where my country lies?’
Said the unifaun to his true love’s eyes.
‘It lies with me!’ cried the Queen of Maybe
– for her merchandise, he traded in his prize.‘Paper late!’ cried a voice in the crowd.
‘Old man dies!’ The note he left was signed ‘Old Father Thames?’
– it seems he’s drowned;
Selling England by the pound.
Così cantava Peter Gabriel, conducendo la sua istrionica immagine di folletto impazzito alla guida di una delle band stellari del progressive rock. E quel vendere l’Inghilterra alla libbra ha affascinato molti, nel tempo, come fece il Pifferaio alle soglie dell’alba di Grahame con Syd Barrett. E perché non farne il titolo di un romanzo ambientato nella Londra dei primi anni Settanta?
Daniele Cutali è un appassionato di musica rock, in genere. Le sue preferenze spiccano tutte quando si legge dalla sua penna, quando si colgono le numerose citazioni. E quella passione lo ha condotto a sviluppare una storia in due tempi – il primo, nel Lato a sud del cielo (Edizioni Libro Aperto, 2014) sottile riferimento agli Yes, credo, e il secondo in Vendendo l’Inghilterra alla libbra (Eretica Edizioni), appunto, narrando le vicende di Paolo/Paul Martini, un liceale della provincia torinese, grande appassionato di musica rock alle prese col sogno di andare in terra d’Albione, fucina di grandi talenti e fuoco sempre acceso di creatività. L’occasione, fornitagli dalla scuola, trova la ferma opposizione di genitori ottusi perché di altra fibra, di altri tempi. Paul allora, insieme all’avvenente insegnante Maggie, s’imbarca per un lungo viaggio che lo conduce dove voleva.
L’impatto col suolo inglese non è indolore, ma le strade si dipanano davanti agli indomiti, si aprono alle passioni. La Londra cosmopolita, ricca di problemi ma anche d’opportunità. Linda, liceale impegnata nella lotta di classe ma finita testimone di un assassinio terroristico, era stata anch’essa costretta a fuggire. Anche lei si troverà a calcare i passi di Paul, per gelosia ma anche per caso.
Da un certo punto in poi, è la musica a farla da padrone, da collante tra l’azione di Che, il terrorista che cerca Linda per metterla a tacere, le vicissitudini di un gruppo rock – i Thames – che cerca il grande salto e gli stessi sogni di Paul. L’azione c’è e prende piede da metà romanzo fino alla fine, con insistenza, soprattutto perché in Inghilterra sbarca anche un tenace e arguto ispettore della polizia italiana, tale Fergi.
Le citazioni, dicevo. Simpatico trovarne, veder diventare carne e ossa alcuni idoli del rock anni Settanta – e Ottanta, con dei riferimenti che stuzzicano la voglia di scoprire e mostrano la passione di cui si diceva.
Lo stile è immediato, senza picchi particolari ma coerente, adatto allo sviluppo degli eventi, al ritmo stesso della storia. Qualche lieve imperfezione non inficia un corpo indubbiamente valido, un poderoso sforzo d’immaginazione.
La storia riesce ad affascinare, a emozionare. Credibile, tra l’altro; come quei sogni che non svaniscono quando ci si sveglia e ci paiono realtà.
La scrittura più consapevole rispetto al primo capitolo fa di Vendendo l’Inghilterra alla libbra un romanzo sciolto, efficace, godibile. Non c’è un messaggio particolare da cogliervi, ma proprio per questo è più bello apprestarsi alla lettura, perché s’impara nella vita che ovunque un messaggio c’è, basta saperlo cercare o, al limite, immaginarlo.
E qui mi fermo, perché leggere diventi un piacere.