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In libreria: Chiacchiere, datteri e thè, di Ilaria Guidantoni

Chiacchiere, datteri e thé
Chiacchiere, datteri e thé

Il 14 gennaio 2011 Zine al-Abidine Bin ‘Ali veniva deposto dalla spinta rivoluzionaria. A due anni dalla “rivoluzione dei gelsomini” la giornalista Ilaria Guidantoni ci accompagna in un viaggio nella Tunisia della transizione, con i suoi chiaroscuri e le sue contraddizioni, i suoi luoghi-mito e le nuove promesse. Il libro “Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia” è il primo della collana REvolution di Albeggi Edizioni, libri di attualità e guide per viaggi intelligenti, mappe per capire i cambiamenti politici, sociali e culturali in corso nel mondo.

Quella tunisina è una rivolta compiuta, l’unica del mondo arabo portata alle estreme conseguenze e la prima del XXI secolo, scrive l’autrice. Ora è il momento della transizione verso la nuova Costituzione e le elezioni per il primo Governo regolare. La Tunisia è sempre stata un mosaico di fedi e inclinazioni e non c’è da stupirsi se oggi convivono in un’apparente confusione, e nello stesso spazio fisico e temporale, la spinta laica-europeista e quella religiosa tradizionalista, in un caleidoscopio di situazioni ed estremi: velo e abbigliamento casual all’università, costume integrale e bikini sulle spiagge, programmi televisivi religiosi e mostre d’arte provocatorie. Forse è proprio questo mix l’aspetto più suggestivo e intellettualmente affascinante della Tunisia dei nostri giorni. Il cammino verso la democrazia è tracciato: la libertà di espressione è acquisita, la cultura e l’arte sono in fermento, e i giovani, seppur confusi dall’incertezza del momento, rappresentano un grande potenziale di accelerazione del cambiamento.

Il libro è una tessitura di incontri-conversazioni con varie figure della società tunisina: docenti universitari, politici, personalità del mondo della cultura e dell’arte, giornalisti, manager, gente comune. Un percorso che si snoda tra i luoghi della rivoluzione, quelli della cultura, dell’arte, i luoghi classici della tradizione, e quelli moderni di un turismo sofisticato e intelligente, che Tunisi può ora accogliere con spirito nuovo. Si va dall’Orologio – il Big Ben – celebrativo di Bin ‘Ali nella piazza ribattezzata 14 gennaio, giorno della detronizzazione; al cosiddetto Ministero del Terrore, metafora dell’orrore custodito nei sotterranei per lunghi anni di corruzione e violenza. Si passa per Sidy Bou Sa’iyd, borgo rinomato per le abitazioni bianche e blu e le Gallerie d’arte, rifugio di artisti e intellettuali; Berges du Lac, zona internazionale piena di bistrot, caffè,  ristoranti etnici; al-marsa,  “il porto”, il quartiere residenziale per eccellenza, abitato soprattutto da francesi e italiani, un tempo il quartiere reale raccontato anche da Flaubert, con la sua Corniche, la passeggiata lungomare ornata di palme, sempre piena di gente. Ci si addentra nella Medina, con il souQ del Bey, la zona dei gioiellieri, caffè letterari e terrazze nascoste sui tetti dove a qualsiasi ora del giorno e della notte si può bere, mangiare e fumare, e nel Museo del Bardo, anche sede del Parlamento, il più importante museo tunisino e più antico del mondo arabo e dell’Africa, un museo archeologico che contiene, fra le altre, la più ricca collezione di mosaici romani del mondo. E poi i sapori e gli odori di Tunisi: i datteri, di cui la Tunisia è il regno, con decine di tipologie; le limonate, dolci e profumate alla menta; i consigli dove mangiare o acquistare, dal Chez nous, bistrot molto grazioso, fermo ad atmosfere passate; al Dar el-jeld, il ristorante più elegante tra gli storici della città; al Café du Théâtre, sull’Avenue Boûrguiba accanto al teatro in stile coloniale; al Deyma, il “Sant’Ambroeus” di Tunisi, con datteri farciti e decorati, dolci e biscotti, marmellate e gelatine, liquori, cosmetici e oggettistica, tutto rigorosamente a base di datteri. Tutti i luoghi sono accompagnati dai relativi indirizzi e numeri di telefono.

Il turismo rappresenta un grande potenziale, in Tunisia. Oggi dominano ancora le formule all inclusive, del turismo da villaggio marino ed estivo, tipico del periodo di Bin ‘Ali e di qualche soggiorno di lusso e relax. I nuovi percorsi nella Tunisia ribelle sono tutti da inventare. E questo libro ne vuole essere spunto e provocazione. Nella sostanza, infatti, la Tunisia appare in condizioni di sicurezza. È un paese dov’è relativamente semplice avere una seconda casa e molti imprenditori appaiono interessati ad investire nel Paese. C’è peraltro da ricostruire un sistema produttivo, ristrutturare l’economia agricola completamente abbandonata, sviluppare il turismo, che ha grandi potenzialità, e l’economia artigianale. Grandi opportunità a due passi da casa nostra.

Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice, si è dedicata soprattutto ai trasporti e alle infrastrutture come esperta di sicurezza stradale. Fiorentina, una laurea in filosofia teoretica a Milano, vive tra Roma, Milano e Tunisi. Ha conseguito il Corso di Perfezionamento in Bioetica occupandosi di problemi legati alla corporeità, disturbi del comportamento alimentare e disagi affettivi. Cura la rubrica Politica e infrastrutture su “leStrade”. Consulente per i Rapporti istituzionali – Censis, Tecla, Publifoto, CNI, UIR, ANITA, Consigliere Bic Lazio,  direttore Fondazione d’arte Jorio Vivarelli – siede nel consiglio di amministrazione di EFFEGI spa e Purenergy. È Responsabile della Comunicazione strategica ASSOSEGNALETICA.

È inoltre autrice di “Vite sicure” (Edizioni della Sera, Aprile 2010), “Prima che sia Buio” (Colosseo Grafica Editoriale, Novembre 2010), “I giorni del Gelsomino” (P&I edizioni, Marzo 2011) e del romanzo verità “Tunisi, taxi di sola andata” (NO REPLY Editore, Promozione PEA ITALIA/ Distribuzione PDE)

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