In libreria: Cultura senza capitale. Storia e tradimento di un’idea italiana
Mentre la cultura evoca altrove una generosa apertura intellettuale e il futuro, in Italia lo scontro frontale tra due partiti in eterno conflitto – quello di una religione inattuale del patrimonio e quello della svendita sul mercato dei beni culturali – tiene in ostaggio la più importante infrastruttura per la crescita civile ed economica del paese. A loro ausilio, e rafforzato da un dibattito sempre più ripiegato su se stesso, è l’ormai indiscusso strapotere di alcuni equivoci e pregiudizi: più la cultura è «alta» e più è inutile o, al contrario, è utile nella misura in cui riesce a fare cassa. Niente di più falso. Ripercorrendo con linguaggio a tratti narrativo l’invenzione della cultura, dei suoi concetti e della sua gestione pubblica quale una delle più luminose avventure dell’uomo, Cultura senza capitale. Storia e tradimento di un’idea italiana (Marsilio, 2014), il nuovo libro a cura di Simone Verde, va alla radice delle pratiche contemporanee, spazzando via ambiguità e strumentali fraintendimenti.
Simone Verde (1975) è Responsabile ricerca scientifica e Pubblicazioni per France-Muséums/Louvre Abu Dhabi. Ha studiato filosofia teoretica tra Roma e Parigi ed è diplomato in museologia e storia dell’arte a L’École du Louvre. Storico dell’arte, ha collaborato con istituzioni museali italiane e scrive o ha scritto per «Il Manifesto», «il Fatto Quotidiano», «L’Unità». Ha tradotto dal francese per Adelphi, Fazi, Sellerio ed è stato assistente di Antonio Tabucchi di cui ha curato L’Oca al passo e la sua edizione francese. Ha una rubrica su «l’Huffingtonpost» e cura il proprio blog (simoneverde.it)