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In libreria: Passi sotto l’acqua, di Alicia Kozameh

Passi sotto l’acqua

Argentina. L’epoca della dittatura militare. Sara (alter ego dell’autrice) esce dopo anni di detenzione da una tetra e claustrofobica prigione femminile. La fine dell’incubo, per Sara e le sue compagne di cella, è l’inizio di un nuovo percorso: occorre letteralmente riabituarsi alla luce e agli spazi aperti, ricostruire gli affetti familiari (Elsa, una delle detenute, non ha potuto godere dei primi tre anni di vita del suo bimbo), non tradire se stesse, ricordare per testimoniare, mantenere e anzi rafforzare la solidarietà e le amicizie maturate in carcere, per qualcuna cercare di capire dove sono “spariti” (desaparecidos) i rispettivi mariti e compagni. Non è facile farlo quando si è perseguitati dagli incubi, siano essi ricordi dolorosi di vita carceraria o presenze concrete, come quelle degli aguzzini, a piede libero e sadicamente sempre ronzanti attorno a Sara e alle sue compagne.

“Il lettore dovrà domandarsi, insieme allo scrittore, come fare a narrare l’inenarrabile, cioè fatti, emozioni, dolori che sono inesprimibili perché legati a un’esperienza devastante e traumatica. (…) Il romanzo di Alicia Kozameh impegna il lettore a immergersi in un linguaggio differente, per far sì che l’esperienza di lettura si avvicini un po’ all’indicibilità del suo vissuto. Spicca la speciale attenzione prestata ai più flebili movimenti del corpo, ai gesti minimi, all’espressione dei volti, alla ricerca di quella presa di possesso di sé che tormenti e prigionia intendevano impedire.”

dalla postfazione di Emilia Perassi

L’autrice. Alicia Kozameh (Rosario, 1953), docente universitaria, romanziera, poetessa e giornalista argentina, poco dopo aver completato gli studi umanistici inizia la propria militanza nel Partito rivoluzionario dei lavoratori, per cui viene perseguitata dal governo conservatore di Isabel Perón, poi arrestata e incarcerata da quello dei militari. Dopo aver trascorso alcuni anni presso la prigione della questura di Rosario e nel terribile “Sótano” (cantina) di Villa Devoto a Buenos Aires, le viene concessa la libertà vigilata. Le continue minacce subite, anche dopo la caduta della dittatura, la costringono a lunghi periodi in esilio. Dopo l’uscita di Passi sotto l’acqua nel 1987, le minacce verso di lei e la figlia la spingono a rendere definitiva la condizione di esule.

Oggi vive in California, dove insegna Letteratura spagnola presso la Chapman University di Orange County, ma la sua testimonianza viaggia con lei, spesso ospite di atenei e associazioni culturali in tutto il mondo. Ha scritto numerosi romanzi e un poema tradotti in varie lingue. In Italia è stato pubblicato, a cura di Gianni Minà, Memoria del buio. Lettere e diari delle donne argentine imprigionate durante la dittatura. Una testimonianza di resistenza collettiva (Sperling&Kupfer 2008, traduzione di Ana Pace e Silvia Raccampo).

Traduttrice: Brunilde Scalabrini.

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