In libreria: Tre camerati, di Erich Maria Remarque
Tre ex soldati, Robert, Gottfried e Otto, hanno combattuto fianco a fianco durante la Prima guerra mondiale. Al termine del conflitto le loro vite rimangono saldamente legate: nella Berlino della fine degli anni Venti, piagata dalla disoccupazione e dall’impoverimento della borghesia, dalla prostituzione dilagante e dagli scontri tra le opposte fazioni politiche, i tre reduci decidono di aprire un’officina di riparazioni meccaniche. Nonostante la crisi e il disfacimento dell’intera società, che sembra sgretolarsi inesorabilmente davanti ai suoi occhi, Robert trova qualcosa a cui aggrapparsi ciecamente: l’amore per Patricia. E quando lei, colpita da una violenta emorragia polmonare, sprofonda nell’incubo della tubercolosi, i tre camerati rinsaldano ulteriormente i loro legami: vendono l’officina e utilizzano il denaro raccolto per permettere a Patricia di curarsi in un sanatorio svizzero. Ma più i tre ex soldati cercano di fare quadrato contro lo sfacelo del mondo che li
circonda, più gli eventi precipitano. Gottfried viene assassinato da un militante durante una manifestazione politica, Robert e Otto sono costretti ad affrontare la bancarotta e Patricia perde la sua battaglia contro la tubercolosi. L’arrivo di un suo telegramma spinge i due camerati superstiti a guidare fino alle Alpi per poterla rivedere un’ultima volta e trascorrere insieme i restanti giorni della sua vita.Nel terzo libro della trilogia dedicata alla Prima guerra mondiale e alla sua tragica eredità, Remarque descrive l’involuzione della società della Repubblica di Weimer nello scenario della crisi economica globale e dell’inarrestabile ascesa del nazionalsocialismo. Uno dei romanzi più popolari e decisivi dello scrittore tedesco. Un’intensa, personalissima, riflessione sulla natura della morte, un vero corpo a corpo con il tema della caducità umana, per risalire direttamente alle radici stesse della vita.
Erich Maria Remarque nacque a Osnabrück nel 1898. Nel 1916, mentre studiava per diventare docente elementare, fu chiamato ad arruolarsi nell’esercito e nel 1917 fu spedito sul fronte occidentale, dove rimase gravemente ferito. Il suoprimo romanzo pacifista, Niente di nuovo sul fronte occidentale, fu pubblicato nel 1929. Emigrato in Svizzera, vi risiedette fino al 1939, anno in cui si trasferì negli Stati Uniti, dove visse e continuò a scrivere fino alla morte, nel 1970.
Traduzione dal tedesco di Chiara Ujka.