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In libreria: Un tipo a posto, di Miriam Toews

Un tipo a posto
Un tipo a posto

Millecinquecento, non uno di più, non uno di meno: è il numero di abitanti che deve mantenere Algren per essere la città più piccola del Canada e aggiudicarsi la visita del primo ministro il giorno della festa nazionale. Hosea Funk, il sindaco di Algren, ha una ragione in più per desiderarlo: sua madre, sul letto di morte, gli ha confidato che il primo ministro è il suo vero padre, l’uomo misterioso che tanti anni prima la rapì dal ballo per far l’amore in un campo di colza e poi sparire nella notte. Quindi gli abitanti di Algren non devono assolutamente aumentare né diminuire, almeno fino al primo luglio: per il sindaco Hosea sta diventando un’ossessione. È un disastro, per esempio, se Max, giovane padre ex fuggitivo, torna all’improvviso per riconquistare la sua donna, e spiegare a Summer Feelin’, la sua bimba, che non bastano le braccia per volare. Un abitante di troppo.

Per fortuna il vecchio Hamm, novant’anni suonati, esala l’ultimo respiro. Meno uno, evviva; ma ecco che un miracoloso parto trigemellare fa saltare di nuovo i conti: più tre! Per quanto Hosea si sforzi di tenere fermo il mondo, mille accidenti cospirano a mettere la gente in movimento. E una partita molto seria si gioca proprio sul suo cuore, perché Lorna, la splendida donna che lui ama, vorrebbe trasferirsi da Winnipeg ad Algren per stargli accanto…

Un tipo a posto è un romanzo dolce e sognante di persone che vanno e vengono, entrano dalle finestre aperte nelle notti calde o aspettano l’autobus che porta via. Tra albe arancioni e neve che si sfalda sui tetti a primavera, amori infiniti, finiti e rinnovabili ridisegnano le mappe dell’umana realtà.

Lei lo guardò e sorrise. ‘Max’ disse ‘sei stato con molte altre donne in Europa?’ Lui si schiarì la gola, tirò fuori una sigaretta e l’accese. Fece un tiro, espirò il fumo con fare drammatico e disse ‘Ho perso il conto’. Knute gli gettò una manciata di ghiaia e lui scoppiò a ridere. ‘Cosa intendi per altre donne, Knute?’ disse. ‘Altre donne, oltre a chi?

Autentica rivelazione della narrativa canadese degli ultimi anni, Miriam Toews è nata in Manitoba, in una comunità mennonita di stampo patriarcale e fondata sulla colpa. I suoi genitori avevano vedute più larghe e si sono rassegnati a vederla fuggire. A diciotto anni era già a Montréal, e scrivere è stata la sua ribellione. Il regista messicano Carlos Reygadas l’ha tentata con il cinema, nominandola sul campo attrice protagonista di Luz silenciosa; la sua intepretazione è memorabile, ma il suo vero terreno era e rimane la scrittura, comica e malinconica in modo inestricabile. Nel 2004 ha vinto un premio stratosferico, il Governor General’s Award, con Un complicato atto d’amore, pubblicato in Italia da Adelphi. In fuga con la zia, pubblicato dalla Marcos y Marcos, si è aggiudicato il Rogers Writers’ Trust Fiction Prize ed è stato tradotto in dieci lingue. Mi chiamo Irma Voth richiama la sua esperienza sul set di Luz silenciosa e narra lo stranissimo impatto di una troupe cinematografica su una comunità mennonita nel deserto messicano. Un tipo a posto è il secondo dei cinque romanzi che ha scritto finora: il più gioioso.

Traduzione di Daniele Benati e Paola Lasagni

Redazione

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