In morte di Anita Garibaldi, di Andrea Santucci
Questo è un giallo storico, gradevole e che allo stesso tempo si muove sulle coordinate di fatti veri, sfruttando l’alone di mistero che si conserva tutt’ora intorno alla morte dell’eroina dei due mondi, Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva detta Anita, moglie di Giuseppe Garibaldi.
In morte di Anita Garibaldi, di Andrea Santucci (Clown Bianco edizioni), si sviluppa a partire dai tragici giorni successivi al fallimento della Repubblica Romana che costrinsero Garibaldi alla fuga verso Venezia, che ancora resisteva agli Austriaci. Durante la fuga, però, Anita che era già in fin di vita, trova la morte presso la fattoria Guccioli, a Mandriole presso Ravenna. La donna era incinta. L’emergenza non consente a Garibaldi di vegliare il cadavere della moglie, che viene seppellito alla meglio dal mugnaio della fattoria in una brughiera, ma di cui un gruppo di ragazzini scopre l’esistenza dopo alcuni giorni.
Giordano Bruno Venettacci, capitano della gendarmeria pontificia, coadiuvato dal brigadiere Scaccia, viene incaricato dal monsignor Bedini di indagare sulla discussa morte di Anita, a cinque anni di distanza dal fattaccio.
Venettacci, giovane e controverso nella vita privata ma ligio al dovere tanto da essere desideroso di arrivare alla verità, parte per Ravenna. Qui ha modo di parlare con i protagonisti reali della vicenda: i Ravaglia, in particolare, coloro che ospitarono la moglie di Garibaldi. Durante le indagini e con l’ausilio del brigadiere Bonvicini, scopre che due anni dopo la morte di Anita fu ritrovato un altro cadavere di femina incognita. Probabilmente una vagabonda, forse dedita al meretricio, di certo oggetto di chiacchiere cattive contro le quali non poteva più difendersi. A questo punto si sviluppa quella che diventerà la vera trama principale del romanzo, abilmente intessuta e condotta con sicurezza verso il porto, fiancheggiando di continuo, però, la vicenda storica che non viene mai del tutto abbandonata, dall’inizio alla fine.
Le indagini di Venettacci, infatti, portano a scoprire una vicenda di rovine familiari, di intrighi e furti, di bugie o errate conclusioni, che solo la determinazione del capitano riusciranno a mettere al loro posto e a far emergere la verità.
Nulla di più mi è concesso dire in merito alla trama, ed è giusto così per non togliere il gusto della lettura.
Se qualche scelta lessicale mi ha lasciato perplesso, non posso che applaudire a un intreccio quasi perfetto che rende buono l’intero sviluppo, anche nella fase conclusiva in cui la narrazione fa il verso alla giallistica di stampo anglosassone, specie nella rivelazione dei misteri narrati.
Un buon romanzo, questo In morte di Anita Garibaldi, che rende in pieno il lavoro di ricostruzione e di analisi dei fatti storici e che mette in mostra personaggi ben tratteggiati e caratterizzati, in linea con il tempo in cui si svolgono le vicende narrate.
Premiato come miglior inedito al Premio GialloLuna NeroNotte del 2020, In morte di Anita Garibaldi mostra tutti i suoi pregi nel buon tessuto investigativo, nella presenza costante dei disagi del protagonista che è costretto a sovrapporre il pensiero costantemente rivolto all’indagine ai propri dilemmi interiori, non ultimo verso la figura della moglie del defunto fratello. A mio giudizio, val la pena leggerlo per respirare un’aria di altri tempi con l’immediatezza di una narrazione snella e moderna.