In ricordo di Gianni Rodari: Il dittatore.
Avrebbe compiuto oggi 93 anni, Gianni Rodari. Se n’è andato invece negli anni ’80, quando ne aveva solo 59, sicuramente troppo presto. Eppure è necessario ricordarsi di lui e di quanto di bello ci ha lasciato, e per questo approfitto di questa data per scrivere due righe su quest’uomo che tanto mi ha colpito.
Sfogliando le notizie del giorno, su giornali e riviste di settore, il suo “compleanno” sembra quasi passare in sordina. Tuttavia Rodari è stato un grande scrittore, di quelli tradotti in tante lingue, giornalista dell’Unità, insegnante, oppositore al fascismo; è stato ancora uomo fantasioso, pedagogista attento ai bambini e ai ragazzi, vincitore (del prestigioso Premio Hans Christian Andersen – ancora oggi l’unico italiano ad averlo ricevuto), e scomunicato (dal Vaticano – davanti alle chiese si bruciavano copie dei suoi libri).
Tra le opere di maggior successo è doveroso nominare “Favole al telefono”, “C’era due volte il Barone Lamberto”, “La freccia azzurra”, e su tutti “Grammatica della fantasia”, un capolavoro teorico sull’arte di inventare storie. Ci sarebbe tanto da dire sull’uomo, sulla sua capacità di utilizzare la lingua in maniera sublime che, mischiata alla fantasia, regalava dei piccoli gioielli adatti a grandi e piccini. Nulla però può esprimere meglio delle parole di Rodari stesso il suo genio e la sua mirabolante capacità inventiva, che si dimostrano assolutamente attuali nonostante gli anni: “Il dittatore” si può applicare come etichetta a qualsiasi piccolo o grande figuro dei tempi andati, dei giorni nostri e, perché no, anche di quelli futuri.