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Incarceron, di Catherine Fisher

Incarceron

“Una domanda che non mi hanno mai fatto prima. Voglio che tu mi dica com’è Fuori. Sapphique promise con lealtà che sarebbe ritornato a dirmelo, ma non l’ha mai fatto. Tuo padre non ne parla. Inizio a chiedermi se, nel profondo, se addirittura esista un Fuori o se invece Sapphique non sia soltanto morto e tu non viva da qualche parte in un luogo che non riesco ad individuare. Ho migliaia di occhi e sensori ma non posso vedere Fuori. Non sono soltanto i reclusi a sognare la fuga, Claudia. Ma come posso fuggire da me stesso?”

Una guerra, o un periodo violento, sono andati concludendosi. Un nuovo regno si è costruito e tutte quelle persone che sono state considerate alla stregua di criminali o di soggetti potenzialmente pericolosi sono state rinchiuse all’interno di una prigione senziente chiamata Incarceron, una sorta di grande fratello crudele e spietato che tutto vede, tutto può e che su tutto tiranneggia. Incarceron è un luogo immenso che contiene al suo interno città, mari e boschi. Sono passati molti anni da quando il suo accesso è stato sigillato e al suo interno i discendenti degli antichi prigionieri vivono in una società primitiva e violenta. È proprio tra questi ultimi che vive Finn, un giovane ossessionato da visioni che gli parlano di un altro mondo, fuori dalla prigione, e che egli desidera raggiungere ripercorrendo le orme di un leggendario personaggio che nel passato era riuscito ad evadere. Ma il mondo esterno, che per Finn dovrebbe rappresentare la libertà, è solo una prigione differente. Lo sa bene Claudia, una giovane coetanea di Finn, la figlia del guardiano di Incarceron. Costretta a vivere in una società che ha ripristinato i costumi del diciassettesimo secolo e ha bandito ogni progresso tecnologico, Claudia sta per sposarsi con il violento erede al trono. Un giorno, riuscendo ad eludere la sorveglianza del padre, scopre la chiave di Incarceron, che le permette di entrare in contatto con Finn. Mentre è impegnata ad aiutare il giovane nella sua incredibile impresa la ragazza si ritroverà coinvolta in un oscuro e terribile complotto.

Il romanzo appartiene al genere fantasy con influenze fantascientifiche ed è adatto a un pubblico ampio di qualsiasi età

La narrazione è abbastanza scorrevole, in alcuni punti forse un tantino ripetitiva. Le situazioni e gli eventi sono mescolati tra di loro ma in modo poco chiaro creando talvolta una leggera confusione nel lettore.

Malgrado l’idea di base fosse molto originale e mi abbia incuriosito alquanto, non posso pienamente dirmi soddisfatto della stesura dell’opera. I personaggi sono statici e immobili, non hanno una maturazione. Alcuni episodi sono molto scontati e si può immaginare con largo anticipo come si concluderanno e il finale, malgrado la sorpresa iniziale, si conclude in un modo un po’ banale. Se l’autrice avesse cambiato qualcosa questo libro avrebbe potuto essere davvero bello e non solamente “carino”.

Gabriele Scandolaro

Gabriele Scandolaro è dottore in Lettere Moderne ed educatore ed è un lettore proprio come voi. La sua passione è iniziata in tenera età grazie ad una nonna molto speciale che passava i pomeriggi raccontandogli favole e leggendogli libri. Ma non ne aveva mai abbastanza. Ha iniziato a leggere per conto suo e da allora non ha più smesso. Legge qualsiasi cosa: fantasy, gialli, saggi, romanzi rosa, horror, testi scolastici, fiabe, manuali. La sua passione lo ha portato a laurearsi in Lettere Moderne perché unica scelta possibile per un lettore così avido come si descrive. Quando non legge suona il violino. Non riesce a immaginare una vita senza libri e senza musica. Cosa fa su MeLoLeggo? Recensisce i nuovi autori e si dedica a raccontarli attraverso le interviste.

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