Intervista dell’Alligatore a Gianluca Morozzi, riguardo a Il libraio innamorato
Il libraio innamorato è un libro di Gianluca Morozzi versione allegra e autobiografica, che non a caso è uscito con l’editore che lo lanciò proprio con racconti/romanzi così, cioè Fernandel. Si parla di libri e librai, sogni e innamoramenti, con uno stile divertito/divertente. Morozzi conosce bene le librerie, ci va spesso a presentare le sue opere, è amico di libraie/librai, quindi questo suo recente scritto è uscito in modo molto fresco e diretto.
Il libraio innamorato ha una trama semplice, quasi naturale: il protagonista è un libraio, innamorato, appunto, di una collega libraia, di una libreria vicina. Sogna di conquistarla, sposarla, fare dei figli e unire le loro librerie in un abbraccio di amore cosmico. Ma a volte le cose di cuore non sono semplici, e per intanto si accontenta di vederla in pausa pranzo in un’osteria, dove si raccontano storie sui loro clienti a dir poco bizzarri.
Tra una pagina e l’altra, tutte molto piacevoli e a volte da scompisciarsi, entrano in gioco scrittori in crisi e con un segreto, ragazze che cercano libri inesistenti che poi incredibilmente escono, una scrittrice di romanzi erotici che guadagna soldi grazie a un suo fan adoratore dei suoi piedini (guadagna di più così, che a scrivere romanzi, e non è una cosa troppo fantasiosa, anzi…), un cliente che entra ogni giorno in libreria alla stessa ora e scompare tra gli scaffali …
Sembrano racconti con una vita propria, ma invece è un romanzo con un finale che vi colpirà. Di questo e altro ne ho parlato con l’autore, Gianluca Morozzi.
Come è nato Il libraio innamorato?
Avevo un racconto che mi piaceva, era quello sull’uomo incravattato che scompare per mezz’ora al giorno nei meandri della libreria. L’avevo proposto insieme ad altri a Fernandel per mettere insieme una raccolta di racconti, ma l’editore mi ha suggerito di trasformare quel racconto in un romanzo. Ho iniziato a pensare a cosa mettere intorno a quella piccola storia, ed è nato Il libraio innamorato.
Come mai questo titolo? È un romanzo sull’amore?
In piccola parte. Se lo leggete per sapere come andrà a finire l’amore unilaterale del libraio Alessio per la libraia Monica, beh, si, lo scoprirete, ma diciamo che è una minima parte delle storie e il motore per l’incontro di tutti i personaggi. Ma c’è amore per i libri, per la scrittura, l’amore di uno scrittore per una bella editor, forse l’amore di una lettrice per uno scrittore… allora forse sì, è un romanzo sull’amore, ma sfaccettato.
A leggerlo, sembra che ci sia molto di te, di storie che hai vissuto in questi anni a contatto con libri, librerie, Bologna, editori… il tuo romanzo più autobiografico, forse. È così o sto esagerando?
Ovviamente, parlando di scrittori e di editoria, un po’ del mio vissuto ce l’ho messo. Però no, non è il mio romanzo più autobiografico, lo è di più Accecati dalla luce. Ci sono sei personaggi, tre sono donne e due fanno lavori diversi dal mio…
A quale personaggio ti senti più vicino e perché?
Quella che mi è più simpatica è Samantha Samsara, ma sono un po’ più vicino a Saturno Scerbanenco. Non ho mai avuto alcun blocco dello scrittore (che è un po’ un espediente letterario classico più che un problema reale, diciamolo), ma gli anni Novanta li ho passati scrivendo in modo febbrile come lui e venendo respinto, cestinato, rimbalzato da ogni rivista e concorso letterario del Paese (giustamente: scrivevo delle porcherie). Apprezzo anche molto la sua integrità artistica: davanti a un problema insormontabile (deve consegnare un romanzo nuovo e non ha scritto una riga, un altro classico visto e rivisto ma sempre bello) non gli viene in mente di aggirare l’ostacolo assumendo un ghost writer. No: deve uscirne lui, in qualche modo. Questo è apprezzabile.
Credo ne uscirebbe un bel film d’autore italiano. Chi vedresti come regista? Quali attori nei ruoli principali?
Maurizio Lastrico: il libraio Alessio. Sara Serraiocco: la libraia Monica. Marina Rocco: Samantha Samsara. Fabio de Luigi: Saturno Scerbanenco. Giorgio Tirabassi: l’annusatore di libri. Maria Vera Ratti: la sognatrice di libri. E poi il caro Orfeo Orlando come Marcigram. Regia di Cinzia Bomoll.
Nella presentazione del libro nella mia città mi ha colpito quando hai detto che il tuo primo romanzo ufficiale è uscito il 12 settembre del 2001. L’editore era Fernandel, se non sbaglio, come di questo: una fedeltà alla maglia, come i calciatori di un tempo. Parliamone…
La cosa bella della scrittura è che (se non hai contratti di esclusiva) uno scrittore può giocare nello stesso anno per il Manchester City e per il Bologna, facendo pure la Coppa Italia con la maglia del Ravenna. Per cui, se sto riservando la mia produzione più legata al giallo-noir a TEA dopo quindici anni di Guanda, non ho mai fatto mancare qualche romanzo più sul filone umoristico-rock-supereroistico a Fernandel. Il primo editore non si scorda mai!
Progetti futuri di Morozzi?
Le uscite imminenti sono musicali: sta per uscire il mio libro per i sessant’anni dei Nomadi, un altro libro sui Gang (con Lerry Arabia e Oderso Rubini), e poi usciranno i due romanzi per TEA che completeranno la trilogia di Vilo Vulcano iniziata con Prisma. E tante altre cose ancora, da definire o già mezze definite…