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Intervista con Christian Zingales su Life on Marsico

Life on Marsico, Ascesa, caduta, ricadute e risurrezioni di Maurizio “Monofonic Orchestra” Marsico è una gran biografia scritta dal critico musicale Christian Zingales per Goodfellas. Racconta, in duecento e passa pagine, la vita di Maurizio Marsico, musicista d’avanguardia tra new wave, rap, dance, jazz, sonorizzazioni di film e tante altre magiche cose. Ma perché è così interessante e appassionante? Lo è perché Maurizio Marsico ha avuto una vita piena, che continua, anche se non era scontato.

Life on Marsico
Life on Marsico

Dagli anni ’80, dai quali è uscito incredibilmente vivo, ne ha fatte tante: dopo il Conservatorio, giovane insegnante di musica di mattina alle scuole medie della sua amata Milano, e la notte a fare concerti, poi il grande successo internazionale, la collaborazione con la rivista Frigidaire accanto a noti fumettisti quali Stefano Tamburini e Andrea Pazienza, suoi grandi amici, la partecipazione alla trasmissione tv Obladì Obladà con un’esordiente Serena Dandini, video, provocazioni teatrali, grandi guadagni con jingle pubblicitari, e una fame immensa di cibo, alcol, droghe, sesso …

Per questo il sottotitolo parla di ascesa, caduta, ricadute, risurrezioni… ora Marsico è un uomo nuovo, lo testimonia, senza moralismo, questo libro scritto a due voci. Un fitto dialogare tra ricordi di vita e di arte lungo quarant’anni. Christian Zingales, del mensile rock Blow Up, suo fan da sempre, ha fatto un buon lavoro. Per questo l’ho voluto intervistare io.

Perché un libro su Maurizio “Monofonic Orchestra” Marsico?

Sono un suo fan da quando nel 1985 lo vidi apparire in televisione nelle vesti del Maestro Marsico. Il programma si chiamava Obladì Obladà e andava in onda il mercoledì sera su Rai Uno, l’autore era Paolo Giaccio che aveva già fatto Mister Fantasy, le scenografie di Massimo Iosa Ghini, passavano video fatti da Andrea Pazienza e lo presentava una esordiente Serena Dandini. Era un intrigante esperimento di postmodernismo televisivo, e Maurizio era incredibile nei panni di questo pazzo direttore sonoro proiettato nel futuro, faceva degli stacchetti irresistibili dietro una tastiera e una postazione da DJ, improvvisando canzoni al vocoder. Sembrava un cartone animato.

Io avevo tredici anni, ero appassionatissimo di musica e fumetti e l’unicità dello strano personaggio mi arrivò subito. Poi approfondii i suoi legami con la rivista Frigidaire e, recuperando ogni disco che portava la sua firma, scoprii un artista a dir poco eccentrico, dissipatore e geniale.

Fu divertente quando una mattina di una quindicina di anni fa ricevetti una telefonata, “Ciao, sono Maurizio Marsico”: manifestato il clamore da fan, rimanemmo in contatto. L’irregolare ma esplosivo percorso artistico e la vita eccessiva del soggetto si prestavano a una biografia, ci abbiamo lavorato senza fretta, un’aggiunta qui un’altra là ed eccola, finalmente…

Ascesa, caduta, ricadute e risurrezioni di Maurizio come sottotitolo. Leggendo il libro non si può che concordare. E tu, scrivendolo, cosa pensavi di uno dei pochi artisti usciti vivi dagli anni ‘80?

Che Maurizio fosse sufficientemente strutturato per regalare tanta energia agli eccessi più sfrenati ma a un certo punto riuscire a svincolarsi, aggirare le dipendenze che pure a un certo punto l’avevano messo all’angolo, e dire grazie mille ma ora proseguo da solo. È riuscito in questo senso a essere in definitiva libero come uomo tanto quanto lo è sempre stato come artista.

Come ti si è documentato? Dischi, libri, web, incontri con Maurizio …

Tutto tranne il web. La sua conoscenza è stata senz’altro fondamentale per poterlo raccontare e fare la tara fra il saggio Maurizio di oggi e quello spericolato di ieri, costringendo quello di oggi a riaprire cassetti della memoria che erano chiusi con tanto di doppia mandata e inizialmente non volevano sapere di riaprirsi. E poi abbiamo recuperato dei documenti d’epoca molto utili, tra i quali una Francesca Alinovi che ai tempi inquadrò subito il Marsico degli esordi, o recensioni di performance memorabili raccontate dalla stampa di allora in toni elogiativi su La Repubblica o L’Unità o strepitosamente scandalizzate su Il Resto del Carlino. Un lavoro di documentazione a cui si è affiancata poi la parte più discografica, nel focus dei lavori principali.

Marsico e Serena Dandini
Marsico e Serena Dandini

Come è dal vivo Maurizio Marsico? È cattivo, o è “che lo disegnano così”?

Qui ti devo correggere, non è cattivo e non è che lo disegnano: è lui che è come un fumetto vivente, un cartone animato rock, e come tale ha linee che vanno ad arrotondarsi ed altre spigolose, bontà e cattiveria pronte da usare come del resto gli esseri umani. Ma con la prima che vince sulla seconda, a differenza degli esseri umani…

 

Vita e arte sembrano convivere totalmente, con il rischio che il mito sovrasti la sua arte. Allora, cosa dire del Marsico musicista totale?

È fenomenale perché ha fatto il Conservatorio mentre suonava jazz in locali e localacci di Milano, è stato un pioniere nell’elettronica, ha fatto cose ostiche d’avanguardia, no-wave e new-wave, dischi rap e dance quando sembrava una bestemmia per la polverosa critica musicale italiana, e poi performance di ogni tipo, teatro e video, collaborazioni con Alessandro Mendini, colonne sonore. Proprio di tutto, sempre con un approccio, come dicevo, piuttosto dissipatore, scappando da ogni categoria e rifuggendo carrierismi e alternativismi, schifando la mera valorizzazione di sé come musicista, cosa che lo rende speciale. E a stupire più di tutto è che ora, in un’età matura dove di solito gli artisti tendono a ripetere sé stessi, ha aperto una fase completamente nuova, altrettanto geniale e fuori da ogni etichetta.

Life On Marsico è uscito per Goodfellas. Come mai con loro?

Maurizio aveva pubblicato gli album della Monofonic Orchestra The Sunny Side Of The Dark Side e Post_Human Folk Music su Spittle, che è una loro etichetta discografica, ed erano interessati al progetto.

Tuoi progetti futuri?

È fuori anche Aphex Twin – The Music Maker per Tuttle Edizioni, una guida alla discografia del produttore inglese, e poi ogni mese scrivo per Blow Up. Poi, sì, diversi progetti in attesa del giusto punto di cottura.

Diego Alligatore

Diego Alligatore è critico rock del web dalla lontana estate del 2003, quando ha iniziato a scrivere di rock indipendente italico sul portale della nota agenda Smemoranda. Da allora non ha più smesso, intervistando e recensendo centinaia di gruppi dell'underground di casa nostra, oltre che su Smemoranda.it anche sul BLOG DELL'ALLIGATORE, su Frigidaire e Il Nuovo Male cartacei. A gennaio 2018 fonda con la sua compagna Elle L'ORTO DI ELLE E ALLI, sito di orto bio e culture alternative, cose curate insieme con passione autentiche. In tutti questi posti non ha mai dimenticato che anche la letteratura può essere rock, parlando con giovani scrittori italici, recensendone libri, incontrandoli in alcune presentazioni. Nel 2021 è uscito con Arcana il suo "Giovani, musicanti e disoccupati", libro di interviste a musicanti indipendenti durante il lockdown del 2020. Cosa fa su MeLoLeggo? Continuerà a cercare giovani autori, parlando con loro di buoni libri, perché la vita è troppo breve per sprecarla con cattive letture.

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