Intervista con Massimo Carlotto su La signora del martedì
La signora del martedì è uno dei migliori romanzi di Massimo Carlotto, anzi, uno dei migliori romanzi italiani di sempre. Duecento e passa pagine che si leggono tutte d’un fiato (letteralmente), il modo migliore per festeggiare i venticinque anni di libri da parte dell’autore padovano assieme alla casa editrice con la quale ha sempre dato il meglio, la e/o.
Inventiva, dialoghi credibili in bocca a personaggi veri quanto colorati, una secca e precisa descrizione del presente dove a farla da padrona è la giustizia mediatica, la stupida gogna del web, la faciloneria nell’accusare vittime innocenti. La descrizione dell’ambiente del porno, che occupa buona parte dell’inizio del libro, è molto meno volgare della tv degli scoop che detta le mosse anche ai poliziotti nella parte finale.
Sembra un film di Pedro Almodovar girato in Italia, con questa signora che cerca di sfuggire alla routine facendo sesso ogni martedì pomeriggio con un gigolò sul viale del tramonto. Lo fanno nella pensione Lisbona, gestita da la signora Alfredo, anziano travestito retrò quanto la sua pensione. Ma il passato oscuro della signora torna a galla e questa quasi commedia scollacciata diventa un innovativo tesissimo noir.
Chi apprezza Carlotto non faticherà a riconoscere certi suoi personaggi, qui in veste nuova, e anche una certa vicinanza alla sua storia e alle sue storie (la signora del martedì, c’est moi).
Sì, il modo migliore di festeggiare i suoi primi venticinque anni da gran scrittore, magari con un brindisi a base dei distillati apprezzati e ben descritti nel libro dalla protagonista.
Sentite cosa mi ha rivelato a proposito di questo romanzo …
Come è nato e si è sviluppato La signora del martedì?
Dal desiderio di usare il “dopo” di corpi che si sono prostituiti in varie forme come scusa per raccontare molto altro: gli effetti collaterali di un episodio delittuoso, i social, il diritto all’oblio, la solitudine… insomma il noir come grimaldello per scardinare la complessità, in un periodo storico dove si tende ad appiattire piuttosto che ad approfondire.
Perché un titolo così semplice e diretto? … che ne ricorda un altro di un famoso giallo anni Settanta.
La donna della domenica di Fruttero e Lucentini. Infatti il titolo è un evidente omaggio a questa coppia di autori che hanno sempre giocato con le regole del genere. E dato che in questo romanzo mi sono divertito a sovvertire noir e poliziesco, introducendo il caso come dinamica per la costruzione della trama, mi serviva trovare un titolo adeguato.
Quanto c’è di biografico in La signora del martedì?
La conoscenza di una “travesta” che mi ha ispirato il personaggio del signor Alfredo e una più approfondita dei meccanismi perversi dei social. Non posso però non citare i distillati e le loro storie che mi hanno sempre affascinato.
Ancora una volta la casa editrice e/o, con la quale lavori quasi sempre. Quali criteri dietro la scelta della e/o o di altre case editrici per far uscire un tuo libro?
Ogni casa editrice rispecchia storie, esperienze e linee editoriali differenti. Un autore come il sottoscritto, che spesso ama sperimentare, deve fare sempre un’attenta valutazione di questi aspetti che non sono affatto secondari.
La signora del martedì potrebbe diventare un film, come altri tuoi romanzi. Chi vedresti bene nei ruoli dei protagonisti?
C’è interesse per sviluppare un progetto cinematografico ma il neo è il ruolo del signor Alfredo. Già illustri attori hanno rifiutato il ruolo… quindi per scaramanzia non rispondo alla domanda.
Vedremo presto l’Alligatore in un tuo nuovo romanzo?
La mia intenzione è di far uscire un nuovo romanzo dell’Alligatore dopo la seconda stagione televisiva. Da un lato perché ho altri due romanzi in uscita e poi perché non vorrei danneggiare le ristampe che e/o porterà in libreria in occasione della serie.
Progetti futuri per i prossimi 25 anni?
Romanzi, graphic novel, serie tv, teatro…