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Intervista a Valentina Stecchi, autrice di Lidia

Lidia è un bel libro a fumetti della disegnatrice bolzanina Valentina Stecchi uscito nel 2023 con l’editore People. Lidia è Lidia Menapace, personaggio della politica e della cultura che ha attraversato il secolo scorso da protagonista, morendo quasi a cento anni nel dicembre 2020, causa complicazioni legate al covid. Un libro a fumetti su questa donna straordinaria, ma non una semplice biografia, bensì un dialogo surreale tra disegnatrice e Lidia.

Sì, perché Valentina Stecchi si immagina davanti alla televisione intenta a guardare un programma sulla vita di Lidia Menapace, si addormenta e se la ritrova in casa. La prima battuta della donna è “Non pensavo di essere tanto noiosa!”, per dare inizio a un ironico e istruttivo duetto sul filo della memoria tra le due donne.

Lidia Menapace è stata tante cose: staffetta partigiana, insegnante all’Università, vicina ai movimenti cattolici e alla DC, per la quale fu la prima consigliera provinciale donna a Bolzano, spostandosi poi a sinistra con gli extraparlamentari del ’68, l’esperienza nel quotidiano Il manifesto di quegli anni, poi il femminismo, il pacifismo, l’esperienza parlamentare con Rifondazione Comunista, e ancora nelle piazza per protestare contro le guerre del nuovo secolo.

Impensabile fare una biografia sulla sua vita a fumetti, perché sarebbe stato un lavoro immane, come spiega la stessa Valentina Stecchi nell’intervista. Si è preferito questo dialogo aperto, attraverso il quale raccontare i pensieri e i movimenti di Lidia Menapace. Il taglio è molto fumettoso, cioè ricorda molti classici della nona arte. La prolifica autrice di Bolzano si diverte spesso a raccontare la realtà mettendosi in mezzo come protagonista o co-protagonsita come è stato per Lidia. Di questo e altro ne ho parlato con lei in questa intervista.

Lidia, estratto

Come è  nata l’idea Lidia? … era ancora in vita?

Dopo alcuni lavori importanti avevo deciso che il mio primo fumetto, con la “F” maiuscola, avrebbe raccontato la storia di una donna. Volevo una figura che potesse essere ispiratrice, femminista, ironica, che avesse attraversato la storia con la determinazione di chi insegue forti ideali. Non ho conosciuto Lidia Menapace, l’ho vista a qualche evento, ho sentito parlare di lei, ma non le ho mai stretto la mano. Nonostante questo qualcosa mi ha guidata verso di lei. Mi è dispiaciuto non poterla davvero incontrare: l’ho fatto poi attraverso i libri, i video e soprattutto le persone che l’hanno conosciuta.

Come ti sei documentata per scrivere questo libro?… che non è una biografia, ma parla di lei… anzi, lei parla a noi…

Non volevo disegnare una classica biografia, anche perché penso che per scrivere quella di Lidia ci vorrebbero diversi volumi. Volevo una storia che parlasse al grande pubblico, che potesse accompagnare lettrici e lettori con ironia e dolcezza, proprio come fanno le persone con una certa esperienza, quando si raccontano. Ho studiato molto per “far parlare” Lidia Menapace. Temevo di non essere abbastanza fedele alla persona e al personaggio, quindi ho studiato non solo parole e concetti ma anche modi di esprimersi, postura e gestualità.

È un personaggio che ha vissuto quasi tutto il Novecento e i primi vent’anni del secolo con molte esperienze importanti. Come sei riuscita a sintetizzare?

Se dicessi che ho fatto una sintesi, sicuramente Lidia ne sarebbe molto indispettita: sosteneva che “sintesi” fosse l’unica parolaccia della lingua italiana. Citazioni a parte, quello che ho fatto è stato scegliere. Ho scelto alcuni macrotemi e li ho conditi con tanti microtomi che sbucano nei discorsi delle due protagoniste. Volevo che il libro fosse uno spunto, un punto di partenza, un primo incontro con Lidia Menapace, che mi auguro venga poi approfondito.

Lidia

C’è qualche episodio che avresti voluto mettere, aggiungere, e che per qualche motivo non sei riuscita? O c’è tutto?

Penso ci sia tutto quello che volevo mettere. Ovviamente ci sono cose che ora farei diversamente anche se è passato solo un anno dalla pubblicazione. Ma penso che questo sia comune a molte autrici e autori. Le opere hanno un tempo e un luogo, e la loro bellezza forse sta proprio nelle piccole imperfezioni che le rendono uniche, un tassello che fissa le nostre esperienze e competenze, un nuovo punto di partenza per continuare a migliorarsi ogni giorno.

Potrebbe essere una striscia a fumetti che continua, magari sul web… è così?

Non è la prima volta che me lo propongono. Lidia è di fatto un personaggio che conosco, ma non posso sostituirmi a lei e in quello che avrebbe pensato o detto. Alla fine io sono una disegnatrice, mi mette un po’ di soggezione l’idea di mettere in bocca parole a una persona che le ha sempre sapute usare molto bene, molto meglio di come le usi io oggi, sicuramente.

L’editore è People, come mai con loro? Come è avvenuto l’incontro?

Conoscevo la casa editrice, la seguivo sui social. All’inizio quando ho cominciato a disegnare Lidia avevo l’esigenza di raccontare la storia, non avevo ancora definito come questa sarebbe arrivata ai fruitori e alle fruitrici. Diciamo che il mio primo contatto è stato ANPI di Bolzano, che mi ha aiutata con alcuni contatti e informazioni. Poi avevo qualche altra idea, ma la mia strada mi ha portata al Salone del Libro di Torino e li, tavole alla mano ho osato: sono andata allo stand della casa editrice e gli ho detto «ho un fumetto su Lidia Menapace». Ho provato altre volte ad andare da diversi editori, ma mai con un’idea così definita, non con quella determinazione dentro. Penso sia stato questo, perfettamente in sintonia con un editore attento e che sa osare a sua volta, che non è poco. Con loro mi trovo molto bene, in questi mesi abbiamo fatto insieme altri due libri: Le ragazze del futuro e Il no di Giacomo.

Hai fatto presentazioni di Lidia? In quali contesti e con quale accoglienza? Ne farai altri?

Ho fatto una ventina di presentazioni. Moltissime in sedi ANPI, alcune in altre associazioni e contesti. Sono anche tornata un anno dopo al Salone del Libro di Torino a presentare il fumetto. È stata una grandissima emozione. In generale il mondo ANPI e l’associazionismo in Italia è un’enorme risorsa, sono luoghi accoglienti, fatti di persone che donano il loro tempo per una buona causa.

Continuerò a fare presentazioni, è il modo migliore per far girare il libro e soprattutto per conoscere nuove persone e luoghi, che è una delle cose che mi piace di più.

Potrebbe uscire un altro libro dedicato a lei? Ci stai pensando o è un’esperienza conclusa?

E chi lo sa? Non saprei, non sono una che crede nei sequel, anche se ce ne sono di eccezionali, penso che vadano pensati in origine per fare un lavoro fatto bene, e Lidia è nato come un fumetto autoconclusivo. Certo, su Lidia ci sarebbe ancora moltissimo da dire, ma penso che lei sia stata estremamente esaustiva nella sua vita, c’è tantissimo materiale sui più svariati temi. Io volevo fare divulgazione e lasciare quella curiosità a fine fumetto di chi vorrebbe saperne di più: ebbene, leggetela.

Progetti futuri di Valentina Stecchi?

Tanti, tantissimi, tutti ben mischiati tra loro. Il mondo delle storie da raccontare è infinito, ma il tempo sembra sempre poco. Ho molte idee, ma sto aspettando che una di queste vinca sulle altre, che si guadagni al priorità. Per fare un fumetto, bisogna crederci molto, bisogna sentirlo, o almeno per me è così. Quindi non rivelo niente, sono ancora in fase di incubazione.

Diego Alligatore

Diego Alligatore è critico rock del web dalla lontana estate del 2003, quando ha iniziato a scrivere di rock indipendente italico sul portale della nota agenda Smemoranda. Da allora non ha più smesso, intervistando e recensendo centinaia di gruppi dell'underground di casa nostra, oltre che su Smemoranda.it anche sul BLOG DELL'ALLIGATORE, su Frigidaire e Il Nuovo Male cartacei. A gennaio 2018 fonda con la sua compagna Elle L'ORTO DI ELLE E ALLI, sito di orto bio e culture alternative, cose curate insieme con passione autentiche. In tutti questi posti non ha mai dimenticato che anche la letteratura può essere rock, parlando con giovani scrittori italici, recensendone libri, incontrandoli in alcune presentazioni. Nel 2021 è uscito con Arcana il suo "Giovani, musicanti e disoccupati", libro di interviste a musicanti indipendenti durante il lockdown del 2020. Cosa fa su MeLoLeggo? Continuerà a cercare giovani autori, parlando con loro di buoni libri, perché la vita è troppo breve per sprecarla con cattive letture.

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