Kitsch!, di Daniela Iride Murgia e Daniel Torrent
Kitsch è qualcosa di volutamente brutto, anzi bello, ma eccessivo, inconsciamente esagerato, eppure distintamente esuberante. Kitsch è tutto e il contrario di tutto.
Kitsch è una parola complessa da definire perché è un aggettivo spontaneo che ci arriva diretto da dentro, dall’esperienza personale, dal nostro gusto, senza una visione oggettiva e universale.
La curiosa bimba di Kitsch!, il volume targato edizioni Corsare nato dalla penna di Daniela Iride Murgia e dalle illustrazioni di Daniel Torrent, è alla ricerca di un significato per questa parola così strana e divergente.
Gli adulti la usano in qualsiasi contesto: al museo è un quadro della Gioconda coi baffi, nel palazzo della zia sono i pantaloni di una vicina simpatica, per strada le sirene assordanti della polizia… Tutto può essere kitsch, eppure nessuno riesce a dare una definizione logica del termine, a spiegare chiaramente quale metro di giudizio usare per usarlo con tanta disinvoltura.
La piccola protagonista si muove in questo mondo coloratissimo osservando e valutando con una lente personale ciò che è kitsch per lei.
Le parole essenziali e profonde di Murgia descrivono più di quello che giudichiamo con gli occhi: ci portano a una comprensione interiore dei sentimenti.
Le fresche illustrazioni di Torrent, realizzate con una tecnica mista dalle linee morbide e dalle campiture vivaci, riempiono il cielo con fiori sgargianti e ci accompagnano in questa scoperta con quella visione istintiva e giocosa dei bambini.
La bambina protagonista a un tratto si ferma a guardare un tramonto sulla panchina del parco con un vecchio signore un po’ malinconico, forse proprio Gillo Dorfles, artista e critico d’arte, che tanto scrisse sul significato del termine kitsch e a cui questo libro è velatamente dedicato.
Entrambi sorridono sereni rispettando il tempo di silenzio l’una dell’altro, davanti ai colori di un cielo. Un cielo kitsch, per l’appunto.