La vita dentro, di Luca Moretti
La vita dentro è il secondo romanzo scritto da Luca Moretti, edito da Robin edizioni. Attraverso le pagine di questo testo l’autore si cimenta con tutti quei temi complessi che si prestano a far da fondamento ad un’unica domanda, comune a tutti gli uomini, legata al senso della vita. La vita dentro è infatti un viaggio, una proposta di riflessione. Attraverso la vita mentale e reale del protagonista il lettore si troverà in simbiosi con lo stesso, immerso in una profondità fatta di pensieri sui temi portanti del percorso umano: l’amore, il sogno, il rapporto con l’altro, partendo dalla nascita per arrivare alla morte, in un susseguirsi di immagini che scandagliano le vicende che ognuno di noi si ritrova a vivere suo malgrado da una prospettiva fatta di dialoghi interni, riflessiva, condivisa. Chi non ha mai posto l’accento sul senso delle vicende umane – la vita, la morte e tutto ciò che intercorre tra questi eventi imprescindibili all’essere – in riferimento alla propria esistenza? Il monologo del protagonista, schietto e sincero ma allo stesso tempo evitante come solo il dialogo con se stessi sa esserlo, darà voce alle sensazioni di disagio di un uomo che non contempla la possibilità di vivere una vita normale, mostrando tutte quelle contraddizioni interne che filtrano il rapporto con gli altri individui, lasciando che il lettore ritrovi, nelle stesse modalità, una parte di sé.
Lo stile di Luca Moretti lascia affiorare immagini che danno pian piano la possibilità al lettore di identificarsi, senza rendersene conto, con il protagonista. Sono molto pochi i riferimenti al principale attore di questo monologo, che si svela a poco a poco attraverso le pagine del libro. Questo non fa che favorire ancor di più l’instaurarsi di un’empatia più profonda. Solo alle ultimissime pagine si scopre l’identità del protagonista, quasi come fosse una sorpresa o un’ulteriore maniera per indurre alla riflessione, portando inevitabilmente il lettore di fronte alla necessità di lasciar da parte le domande per comprendere che, alle volte, non c’è bisogno di risposte.