L’approdo, di Shaun Tan
Vi siete mai sentiti fuori posto? Navigatori approdati in un porto inaspettato? Viaggiatori erranti in un luogo sconosciuto?
Questo è ciò che prova il protagonista della graphic novel di Shaun Tan, The arrival (edito in Italia da Elliot Edizioni con titolo L’approdo).
Con un’opera dal forte impatto emotivo e al contempo piena di realismo, Shaun Tan affida all’immagine l’intera narrazione: pannelli ricchi di volti diversi di ogni etnia, età e nazione accompagnano il protagonista nel suo viaggio. Perché il personaggio principale di questa vicenda altro non è che un immigrato, un uomo costretto a lasciare la sua famiglia e il suo Paese per imbarcarsi verso terre sconosciute, nella speranza di un futuro migliore. Un viaggio dagli echi di inizio Novecento che richiama agli occhi del lettore-spettatore le odissee per mare verso le Americhe, trasporta il protagonista de L’approdo all’interno di un mondo straniero, un universo contorto fatto di animali sconosciuti, edifici dalle forme futuristiche e difficili inizi.
Un perfetto bilanciamento tra tinte senape, grigie ed echi di fumo conferisce all’ambientazione un tono magico e misterioso con il quale il personaggio creato da Shaun Tan è costretto a prendere confidenza e imparare a comprendere.
L’approdo, pubblicato per la prima volta in Australia nel 2006 e vincitore del Fauve d’Or al Festival Internazionale de la Bande Dessinèe di Angoulême, è un’opera a tutto tondo, dai forti connotati sociali in cui l’autore induce il lettore a entrare in diretta empatia con l’immigrato di ogni tempo e a guardare attraverso i suoi occhi ogni volto diffidente, ogni strada deserta, ogni nota malinconica, ogni salita quotidiana per guadagnarsi un domani migliore:
In Australia la gente non si ferma mai a immaginare come possa essere per alcuni di questi rifugiati. Li reputa soltanto un problema una volta che sono qui, ma senza considerare un’immagine più ampia. Non mi aspetto che il libro cambi l’opinione di qualcuno, ma se ispirasse almeno una riflessione mi sentirei di aver fatto qualcosa di buono.
Shaun Tan