L’esatto contrario, di Giulio Perrone
Ecco per voi la recensione de L’esatto contrario, il romanzo di Giulio Perrone edito da Rizzoli di cui avevamo parlato con l’autore qualche settimana fa.
Un giallo che sa di realtà e una scrittura che cattura mettendoci a nostro agio, prendendoci per mano per attraversare le strade di una città immersa nella sua sonnolenza d’agosto, indolente e bellissima, perdutamente e indissolubilmente parte di Riccardo. Riccardo che ci assomiglia, con una donna da dimenticare, un futuro da costruire senza saperci credere troppo. Riccardo che scrive recensioni per un settimanale di cronaca, e si accontenta per non farsi troppo male per non uscire troppo allo scoperto, protetto dal guscio degli amici, al riparo delle abitudini e della quotidianità, l’amore per la squadra del cuore, le serate a fare il tifo… E poi, il passato che ritorna, come uno schiaffo che lascia storditi.
È Giulia che ritorna, Giulia che è ricordo, Giulia che poteva essere, Giulia che era. Era l’università, due occhi puntati negli occhi e i capelli che svolazzano intorno. Giulia ricordo della leggerezza, di anni in cui credi in tutto, nel mondo, in te stesso, nelle possibilità e poi… Poi la vita si strappa e qualcosa ti si rompe dentro, nonostante tutto, nonostante non ci sia stato che uno sfiorare di labbra, Giulia ti ha portato via da te. Il suo ricordo è rimasto legato per sempre a qualcosa che è dolore. Giulia resta per sempre giovane, il suo corpo tra le braccia grasse di un grasso professore di facoltà, nello schifo ordinato di un bagno. Giulia entra, ci entra viva, e non ne esce più. Giulia ferma, sospesa, e con lei la vita. Di tanti, di tutti, di Riccardo, di quel professore che per quelle mani sporche di sangue pagherà i suoi debiti e anche quelli di altri. Che le verità non le puoi sapere tutte, veramente e fino in fondo.
E allora cosa accade? Accade che devi proteggerti e andare avanti e dimenticare. Riccardo sarà un’altra facoltà, altri amici, altre facce, una ragazza e poi nulla più, nessun legame, nessuna voglia. Giulia ritornerà e tornerà improvvisa e prepotente infilandosi ancora nella tua vita prendendosi la tua attenzione e i tuoi ricordi. Giulia che credevi dimenticata e che invece ritorna come se ne era andata: ingoiando il mondo. Sarà un mistero che esige, esige la discesa in campo di un giocatore che non può – non deve – rinunciare, che non conoscerà che alla fine la misura del suo coraggio, e che sì, ne avrà di coraggio ad affrontare i fantasmi del passato e quelli del presente.
Assolversi, assolvere, accettare il ricordo, lasciarlo nella posizione più giusta. Rincorrendo le parole nel diario di lei, Riccardo affronterà la vita, e le sue bruttezze, passando oltre la bellezza di una città madre, che conosce, che protegge, che appartiene. Una bellissima prova di autore per Giulio Perrone, mano di questo noir costruito come la sceneggiatura di un film. Originale, svelto, mai noioso, in cui ogni personaggio diventerà un volto familiare, un volto che racconta, una figura precisa in ascolto, in un modo o nell’altro realisticamente umana. Grazie a Giulio Perrone e al suo L’Esatto contrario (Rizzoli) l’evocazione, il ricordo, che porta la voglia di rileggere tutto ancora e ancora, per sentire l’ironia spiazzante di Riccardo, l’uomo che vorresti accanto, che sai di poter perdonare in ogni sguardo.
Costruito con maestria, si spera che il viaggio di Perrone continui, che ci regali ancora un altro pezzo di vita da attraversare in vespa, vento in faccia oltre i vicoli, oltre un’altra estate, un altro mistero.
Ognuno ha i suoi misteri da affrontare, sempre.