Lo pseudobiblion: il libro che non doveva esistere
Il mondo editoriale, si sa, è popolato dalle più strane e multiformi creature. Ci sono, infatti, libri che vengono classificati per il genere di storie che contengono; altri in grado di trattare di qualsiasi argomento, dalle scienze alle arti applicate, dalle lingue alle letterature… Ma esistono anche libri che non dovrebbero esistere. Nessun errore di battitura, nessuna provocazione, nessuno scherzo: sto parlando degli pseudobiblion.
Il termine fu coniato nel 1947 dal noto scrittore di fantascienza Lyon Sprague de Camp nell’articolo The Unwritten Classic, pubblicato in italiano con il titolo I Classici mai scritti.
Secondo Sprague de Camp, lo pseudobiblion altro non è se non un libro immaginario, nato come artificio narrativo e in seguito reso reale. Un esempio si può tranquillamente ritrovare all’interno della saga di J.K. Rowling. Alcune opere citate nelle avventure di Harry Potter (come Animali fantastici dove trovarli, Guida al quidditch attraverso i secoli, Le fiabe di Beda il Bardo) sono stati creati prima nella finzione letteraria e poi si sono guadagnati vita propria, godendo di una stesura a parte e venendo pubblicati una volta terminata la saga.
Se si trattasse unicamente di piccoli escamotage letterari che poi hanno dato spunto a narrazioni secondarie tese ad ampliare l’opera da cui sono tratti, gli pseudobiblion non costituirebbero di per loro un fenomeno letterario. La particolarità di questi testi è quella di essere sì libri inventati e presenti nella narrazione, ma spacciati al lettore come libri realmente esistiti o esistenti. Per accrescere il sospetto che il libro esista veramente ne viene data una descrizione fisica, se ne ricostruisce una genealogia editoriale, viene citata la biografia dell’autore immaginario accanto al titolo e, molto spesso, vengono citati alcuni brani estrapolati dall’opera medesima. Così, benché l’autore inizialmente avesse soltanto voluto creare qualcosa di originale al fine di arricchire la narrazione, eccolo diventare inconsapevole artefice di un testo che non aveva avuto alcuna intenzione di scrivere, come è accaduto al grande H.P. Lovecraft, il cui nome è associato al famosissimo pseudobiblion Il Necronomicon.
Perché Il Necronomico lo conoscete, vero? Diventato oggetto di un culto quasi morboso da parte dei fan del genere gotico, l’opera ha conosciuto numerose pubblicazioni, tutte accompagnate da un’entusiasta nota del novello filologo in cui egli giura e spergiura di aver riscoperto il vero Necronomicon, proprio quello che influenzò Lovecraft e che gli diede l’ispirazione per tutti i suoi racconti, che lui generosamente restituisce al grande pubblico (con risultati, ahimè, scadenti).
Esistono anche altri libri etichettati come pseudobiblion, nonostante molti studiosi ne abbiano messo in discussione stesura e/o esistenza. In questi casi pare che la definizione calzi male poiché di alcuni vi sono fonti che confermerebbero una loro reale esistenza, almeno nelle epoche passate, benché il loro contenuto non sia pervenuto fino a noi. A darci notizia dell’esistenza di questi volumi sono stati i curatori di un’appendice de I libri maledetti di Bergier (edito dalle Edizioni Mediterranee nel 1972) dedicata interamente a questo tipo di libri. Oggi è comunque possibile trovare un lungo elenco di pseudobiblion o, addirittura, di pseudoletterature, assai aggiornato, su Internet.
Libri ingannevoli: è questa la traduzione letterale delle due parole greche che compongono il termine pseudobiblion. Ma, in un mondo dove la fantasia conta sempre meno, è bello lasciarsi ingannare dai sogni ancora una volta.