Niente di male, di Adam Rossi
Esordiva nel 2014 con Dimmi la verità Adam Rossi, pseudonimo di Andrea Rossi, narratore che con Niente di male (goWare edizioni) ci presenta un noir costruito in modo mai distaccato dalla realtà. Realistici i contesti, le emozioni e le reazioni dei suoi umani, intrecciati tra loro e col tempo. Storie di vita sparse come appunti incrociati che si incastrano, dando un senso alla storia e alla vita stessa. Il racconto si snoda in tempi diversi e attraverso più voci; riesce a rapire, sa colpire e amplificarsi per intensità nella normalità dei protagonisti, nell’indolenza che sfinisce di sensi di colpa.
C’è un presente con Lisa, quasi sconfitta nonostante la giovane età; Lisa che non ha nessuno intorno, se non il disfacimento mal costruito di un’esistenza che si trascina, e che il lettore percepisce molto bene quasi avvertendo la claustrofobia della mancanza di via d’uscita. Una possibilità in verità c’è, ed è quella di aprirsi agli altri, a quella famiglia che si trova a una porta di distanza, tra sguardi che sono tanto di diffidenza quanto di accoglienza, ma che per paura si rifuggono.
C’è un salto indietro nel tempo, nel lontano ’89, e Garibaldi, così lo chiamano gli amici, solo e diffidente quasi come la compagna a distanza temporale, a vivere una vita in giorni fotocopiati; si muove a Londra e vive lo stesso tipo di chiusura, quella che assomiglia alla punizione che noi stessi ci infliggiamo per timore di chissà cosa, per non cambiare le nostre vite di un millimetro.
Ci sono vite accostate che si ritrovano perdendosi, che rappresentano una lotta prima di tutto con se stessi, poi col mondo attraverso lo spaccio di sostanze che dovrebbero essere stupefacenti ma che di stupefacente non hanno nulla, mentre costringono a trascinarsi in giorni di vita senza vita. Ci sarà un morto a omologare i sentimenti e a legarli insieme; l’attenzione all’altro sarà allora inevitabile, trasformandosi in una ferita capace di riaprire uno squarcio nel passato e far riaffiorare il ricordo di un’altra vita che sfuggiva tra le mani.
Quelle di Niente di male sono vite che si riempiono di sensi di colpa fino a traboccare, sono persone che hanno bisogno di conoscere per conoscersi, per scavare a fondo in verità che spesso non si vogliono vedere.
Una prova molto intensa, questa di Rossi, capace di intessere un flusso di parole che scivola come la pioggerella milanese sulla città grigia, nel ricordo di un momento congelato nel tempo.