Oltre, di Alessandra Bucci
Oltre, l’ultimo romanzo di Alessandra Bucci, scava in profondità.
Intenso, imprigionante, una spinta continua ad andare più a fondo seguendo il dipanarsi della trama, presi per mano dalla parola attenta ed elegante di Alessandra Bucci. Oltre (Chiaredizioni) è l’ennesima prova di questa autrice pluripremiata, dallo stile elegante, una donna vera dalla scrittura piena e coinvolgente, abile padrona del suono e del giusto utilizzo di ogni singola parola. Ancora una volta Alessandra conferma la sua maestria in una prova dove mescola generi diversi, il giallo e il thriller, all’amore e alla passione, alla poesia e all’attualità.
Lo svolgimento di vite che somigliano talvolta alle nostre, quelle di protagonisti ingoiati dalla realtà e divisi tra bisogni reali e virtuali che salvano e illudono, creando crepe profondissime nel momento stesso in cui li usiamo per lenire, colmare vuoti. Come accade ad Alba, che ha un nome pieno del vigore della luce del giorno che inizia e una vita come tante: un marito presente ma lontano e distratto, un figlio adolescente che conduce una vita parallela dall’altra parte della casa, come spesso accade nelle nostre quotidianità divise da una parete sottile, da una porta chiusa. Sono le amiche a riempire le sue giornate, scandite dal ritmo del lavoro in libreria, da piccole gioie e passioni, come quella per la lettura, per il sapere che pure, a suo modo, salva. La sua si potrebbe dire una vita piena, ricca, ma lascia comunque piccole mancanze che via via, col tempo, diventano spaccature, vi filtra tanto la luce quanto la malinconia. Il mondo costruito intorno ad Alba si riempie di piccoli spazi intrecciati ad altri spazi per raccontarsi un libro, spazi per entrare condividendo oltre le parole, attraverso le parole, vite con altri pensieri e sentimenti. Spazi in cui si infila Lorena, uragano di bellezza che inchioda gli sguardi al passaggio, lei, vicina come amica e confidente, lei che partecipa ad ogni serata e ad ogni presentazione per lo stesso amore che nutre per quei libri e quelle storie. Le ascolta, magari vorrebbe saperle raccontare, ma per colpa della dislessia e della disortografia non riesce ad esprimere tutto il mondo che le esplode dentro.
Si intreccerà anche quello spazio a quello parallelo e nuovo di uno sconosciuto, prima con profondità, poi con la leggerezza che resta, e per uno strano gioco del destino quel tipo strano entrerà anche nella vita di Alba. Alba che romperà per lui la sua routine, rivelando la carne e la fragilità, ascoltando bisogni messi troppe volte da parte. Alba che si chiederà insieme a noi che la leggiamo quanto può essere forte la parola, quanto puoi sentirti legata a una vita senza averla mai neanche sfiorata con gli occhi.
E in tutto questo c’è chi osserva, odia, cova rancore con l’animo compresso pronto ad esplodere e a riversare all’esterno tutto il dolore subito, punendo gli altri per una salvezza mai lenita. Lui che lascia vite senza vita e corpi composti e ordinati in un rituale esatto. Lui che si avvicina sempre più ad Alba e a Lorena e che strapperà vite.
C’è un intervallo di poesia che fa lacrimare l’anima tra queste pagine, che racconta l’anima di Alba e anche parte della sensibilità e forse della vita e della forza dell’autrice, tutta la vita in un finale che non è fine e non è resa, in cui cercare la forza di rialzarsi dopo ogni ferita, ritrovando la luce affievolita e cercando la forza. Oltre.
Non Limitarti a guardare attraverso i tuoi occhi. C’è sempre di più.