Paolo Zardi, La gente non esiste, Neo. Edizioni
Nella recente intervista concessaci, Paolo Zardi l’aveva anticipato: “a metà di marzo, uscirà una mia raccolta di racconti con la mia casa editrice preferita”.
Così è stato. Il 22 marzo è uscito per la Neo. Edizioni, La gente non esiste. Ventisette racconti per 216 pagine di libro. Racconti belli, molto belli, dove si sentono la sua voce, i suoi temi, i suoi personaggi, le sue storie. In cinque/otto pagine c’è tutto un mondo, quello di oggi, fosco, oscuro/oscurantista, che lo scrittore padovano spesso contrappone a quello di ieri, le promesse non mantenute di fine Novecento.
Paolo Zardi nella vita normale lavora, non fa il mantenuto, e nonostante il suo successo e i numerosi libri pubblicati la scrittura non gli fornisce un reddito per vivere. Questo in parte è un vantaggio, perché molte storie nascono da tali esperienze lavorative, di ingegnere informatico in giro per l’Italia: riunioni di lavoro, risoluzione di problemi, amici/colleghi con storie surreali, dialoghi ri-presi dal vivo.
Ma ci sono molte altre cose in queste ventisette storie, ventisette momenti che potrebbero essere visti come capitoli di un libro. Alcuni personaggi, come capitava nei racconti di Carver, ritornano più volte, creando una certa coesione nonostante i vari registri toccati.
C’è uno Zardi femminile, molto più femminile di una volta, come nel racconto con donne in spiaggia messo in apertura, o in quello con mamma e bambino al parco contro la cafonaggine di certi personaggi, o quello con una malata terminale che si rivolge direttamente a lui, supplicandolo di far finire bene la sua storia (capolavoro metaletterario, pirandelliano), o l’astronauta italiana con il collega russo nello spazio, mentre il pianeta terra scompare e lei si pone il problema di una sua ripopolazione …
C’è uno Zardi politico, profondamente democratico, laico e di sinistra, aperto al confronto, come traspare in L’ultimo amore di Aristotele, racconto dove narra delle dispute ideologiche tra due amici nel corso della vita, da studenti fino alla morte (potrebbe uscirne un film di Mimmo Calopresti), in perenne dialettica nonostante impegni elettorali, scandali sessuali, violenze, o in un Simenon senza delitti, dove un figlio gay denuncia i propri genitori per la loro insensibilità.
Ecco, in definitiva lo scrivere di Zardi è un denunciare in modo letterario la mancanza di sensibilità in questi nostri tempi bui. Nel suo nord-est ma non solo, in tutta la società italiana. Persona garbata, colta, che non grida, si trova smarrito, come alcuni protagonisti dei racconti di La gente non esiste.
Io sono da sempre un grande appassionato lettore di racconti, li preferisco ai romanzi, e con Zardi vado sul sicuro. Per questo vi consiglio di partire leggendo le sue raccolte uscite per la Neo. Edizioni, la sua casa editrice preferita. Con questa sono tre, dopo il folgorante Antropometrie e l’ottima seconda Il giorno che diventammo umani.
Nessuno, meglio di lui, sa mettere a nudo la borghesia di oggi.