Pericolo giallo: sulle strade della California veneta
Alle volte è come tornare bambini, quando in TV davano i telefilm polizieschi, e ti beavi tra l’azione, gli inseguimenti, la simpatia dei protagonisti, tutti inevitabilmente umani grazie al loro unicissimo corredo di difetti.
Stucky, ispettore italo persiano in servizio presso la Questura di Treviso lanciato tra i banchi della letteratura nazionale da Fulvio Ervas, è giunto alla settima puntata della saga che lo vede protagonista.
Ervas divide il proprio talento tra storie di tipo poliziesco e altri testi di tematismo differente, ma egualmente profondi e curati. Ricordo ancor oggi con piacere Se ti abbraccio non aver paura (ed. Marcos y Marcos), un libro che ha commosso in tanti per la semplicità e l’approccio diretto all’autismo, e che comunque non lascia indifferenti.
In Pericolo giallo (sempre ed. Marcos y Marcos), l’ispettore è coinvolto marginalmente nel vivo dell’azione, che si muove corale e coinvolge in maggior sostanza Luana Bertelli, sua umanissima e intrigante collega, avvinta dall’attrazione per le donne.
Stucky è infiltrato in un’indagine su bordelli cinesi mascherati da centri massaggi, e qui conosce anche l’aspetto umano di chi non può rifiutarsi di fare certe cose perché non ha scelta, e perché è solo una piccola pietra nel grande gioco della vita.
Tra le paturnie dello zio persiano e una fantomatica Audi gialla che scorrazza per le strade del veneto, seminando terrore e curiosità morbosa, Stucky affronta da protagonista comprimario quest’ennesima avventura.
L’Audi gialla è una sfida perenne alle forze dell’ordine, che la vedono sfuggire come sabbia in una rete dalle maglie troppo larghe.
Dalla realtà alla finzione, la delicata mente umana e i suoi comportamenti. Perché Pericolo giallo è sì un libro leggero, godibile e immediato, ma altrettanto serio in alcune sfaccettature.
Il poliziotto Manuel che si suicida subito dopo aver sparato in fronte alla bella moglie Vittoria rappresenta la variante dell’azione, il tema principale intorno a cui ruotano gli episodi periferici. Dietro la brutta fine dei coniugi c’è un misterioso ingegnere cinese, alto e bello e intrigante, che ha scombussolato l’esistenza di Manuel e di sua moglie. Luana Bertelli afferra il minimo indizio e come un rabbioso segugio non molla fino ad arrivare alla verità. Soltanto però con l’aiuto dei colleghi, Stucky in prima fila, si potrà giungere a una soluzione.
Un libro che sa di artigianato, che stuzzica pagina dopo pagina e diventa ben presto una lettura accattivante, curiosa. Il dramma e l’ironia, l’azione e il gorgoglio dei sentimenti, l’ulteriore testimonianza di quanto la realtà sia una finestra aperta sulla fantasia di chi scrive storie. Stucky, ancora una volta, ha fatto centro.