Pomeriggio alle antiche terme, di Cristina Preti
Questa è la storia di tre donne che non si conoscono e che mai s’incontreranno; tre donne in momenti diversi delle loro esistenze, tre donne in cerca di qualcosa, proiettate nel passato o nel futuro, tre donne piene di domande e prive di risposte.
Attraverso i racconti Non ho mai tradito la mia giovinezza, Pomeriggio alle antiche terme (che dà il nome a tutta l’opera) e Notte bianca, Cristina Preti conduce il lettore alla scoperta di vite tanto lontane quanto legate dal comune sentire femminile: la prima protagonista, una donna realizzata, apparentemente forte quanto attanagliata da dubbi su come sarebbe potuta essere la sua vita se in passato avesse fatto scelte differenti, di volta in volta. Anna, al centro del secondo racconto, madre, moglie separata e amante alle prime armi, in bilico tra la paura del cambiamento e la grigia quotidianità della quale è rimasta prigioniera e assuefatta per anni. Ed Elena, forse la protagonista più vivida di tutte: dalla vita lei ha avuto molto, un marito, due figlie, la stabilità, ma ogni giorno si sveglia con la consapevolezza di non sentire più se stessa in quel corpo troppo grande per la sua anima. E sarà proprio Elena, l’ultimo personaggio di questa raccolta, a fare il salto simbolicamente più grande: passare una notte bianca con un ragazzo appena conosciuto, un giovane uomo con il quale parlare di tutto e niente, camminare tra le strade illuminate dalla luna e aprire il proprio cuore, come solo due sconosciuti possono fare, buttando fuori tutto ciò che è racchiuso nell’anima e che ogni giorno rimane nascosto. Ma la vita vera non prevede un lieto fine infinito e le tre donne della nostra storia, al termine del loro peregrinare, dovranno far ritorno alle loro realtà, in un modo o nell’altro…
“Parlami un po’ di Ciaikovskij. Non ne so niente” disse all’improvviso.
Davide le lanciò un’occhiata.
“Perché ti interessa Ciaikovskij?”
“Mi piace questa musica. Vorrei sapere qualcosa di chi l’ha scritta. Sembrerebbe un animo un po’ tormentato, anche se forse tutti gli artisti lo sono”.
“Lo sono tutti gli essere umani”.
Un’ottima prova per Cristina Preti che riesce a dosare sapientemente racconto e descrizione, introspezione e originalità narrativa producendo un’opera credibile, delicata e ricca di sfumature, come la vita.