Qualcuno, dal passato – di Irene Rossi
C’è una terra di mezzo che spalanca le sue porte riportando il passato al presente, riaprendo ferite trascinandosi dietro il ricordo.
Evocativo, forte, sarebbe potuto essere dolorosamente crudo, invece resiste il suo flusso essenziale fatto di umanità. Scritto con formidabile tecnica, Qualcuno dal passato (Clown Bianco editore), di Irene Rossi, riesce a tenere la tensione alta spingendo alla ricerca della verità.
Lì a due passi da noi, una Bologna ammantata e racchiusa tra boschi, come guscio, si spacca mostrando il corpo deturpato di una donna orribilmente mutilato, schiudendo quelle porte sbarrate sul passato mai del tutto rimasto immutato.
Un caso che assomiglia troppo a uno scenario già visto e che aveva già sconvolto la vita del commissario Penna. Quell’uomo che torturava come un sadico cacciatore le sue prede, braccato e poi uccisosi in galera, a distanza di tempo pare essere rievocato da quella carne sfigurata allo stesso modo.
Non resterà che tornare a scavare nel passato per togliere via la polvere da quel percorso già indagato. Jo Penna, insieme ai suoi uomini e alla giovane mente dall’elasticità memorabile, alla bellezza che salva, alla parola pronta, cercherà di dipanare la nebbia e sciogliere i dubbi di troppe domande: Chi torna a commettere crimini che sembrano fotografie del passato? Quali implicazioni scovare? Quali tessere incastrare per riportare la luce in quel buio?
Cercando di comporre la faccia di un uomo che continua a tramare nell’ombra vibrando i suoi colpi crudeli, la squadra di uomini cercherà di non perdere lucidità e umanità, dipanando intrecci inaspettati e trascinando il lettore in un cammino alla ricerca di giustizia per mettere la parola fine a quel dolore, portando alla luce quel Qualcuno dal passato che non ha mai smesso di pulsare nel suo desiderio di sangue.