Recensione: Facciamo finta che non sia successo niente, di M. Dawson
Ti sei mai guardato indietro? Ti sei mai chiesto come sarebbe stata la tua vita se in passato avessi fatto una scelta diversa? Hai mai avuto rimpianti? E rimorsi?
Annabelle McKay è una cinquantenne apparentemente appagata: un marito che la ama, due figli, una bella casa nel New Hampshire, un lavoro creativo… e un amore segreto che dura ormai da ventotto anni nella sua testa. Fino a quando, un giorno, all’improvviso, il fragile equilibrio che sempre l’ha sostenuta, si spezza:
“Ho iniziato a piangere ieri da Crisenti, nel reparto surgelati. Non era uno di quei pianti teatrali. Era un pianto vero, con il naso che colava e gli occhi gonfi. Ho dovuto spingere il carrello da una parte, verso il reparto macelleria, mentre cercavo un fazzoletto nella tasca del cappotto.”
E il passato torna prepotentemente a bussare. Annabelle sarà costretta a trasferirsi a New York, città nella quale ha vissuto l’unico amore clandestino della sua vita, dovrà mettere in dubbio il suo presente matrimoniale, formato da routine e lunghi silenzi, e fare i conti con Jeremiah, il suo più grande rimpianto.
“Forse non è niente di straordinario. Forse tutto il genere umano se ne va in giro con un dolore come questo. Forse sogniamo tutti una persona che sbuca da un passato affascinante e se ne sta lì seduta, senza essere stata invitata, a osservarci dai confini della nostra coscienza. Una persona che la mattina fa la valigia ed esce dalla tua testa non appena ti svegli, ma la cui essenza ti rimane addosso tutto il giorno, come dopo una notte insieme a vagare tra le stelle, a fare l’amore sul divano o in una stazione o in uno stadio di calcio, ridendo di cose che non hanno alcun senso.”
Con il romanzo d’esordio “Facciamo finta che non sia successo niente”, Maddie Dawson si addentra nel complicato sentiero dei rapporti coniugali e dei tradimenti, portando sulla pagina la posizione più scomoda e generalmente condannata: quella della persona che tradisce.
Perché Annabelle è una donna che ha tradito, una donna che vive nel ricordo, nella paura di non aver avuto abbastanza coraggio e nella convinzione che a volte i sogni impossibili del passato possano salvare il presente. Un lungo e tortuoso viaggio sta attendendo Annabelle, al termine del quale comprenderà che a volte la miglior vita possibile non è quella sognata o rimpianta ma quella che si è vissuta.