Recensione: Il canto della foresta, di Ericailcane
Animali antropomorfi, disegni belli e fini sia per lo stile che per il significato che celano. Sembrerebbe un volume di fiabe illustrate per bambini, ma la realtà non è questa: la realtà è più cruda, perché il regno animale sa essere spietato se si mette in gioco la sopravvivenza.
“Il canto della foresta” è un volume che raccoglie diversi disegni di Ericailcane, uno degli artisti italiani più influenti nel panorama mondiale, nonché un bravissimo illustratore e disegnatore. Si compone di sole immagini, senza un testo narrato, ma con un filo conduttore comune che lega tutti i disegni a un particolare tema: la società anarchica. In particolare, il titolo trae spunto da un inno della Colonia Cecilia, la comunità anarchica fondata a fine Ottocento da esuli italiani in Brasile. Ma non mancano riferimenti all’attualità.
Protagonisti gli animali, con i loro proverbiali vizi e abitudini, ma anche con la loro ferocia e lo smarrimento di chi combatte per sopravvivere. Gli ideali vengono messi da parte, si illustra una sorta di cronaca del regno animale, una realtà fatta di simboli e allegorie.
Apri il libro, guardi le figure e inizi a raccontarti delle storie, non importa conoscere il contesto perché nessuna immagine lascia indifferente: un predatore che fa la conta mentre la sua preda, un coniglio, si nasconde affannato dietro un tronco; passeri che combattono ferocemente tra di loro nella contesa di un insetto; una tigre che allatta due cerbiatti.
Più l’immagine è surreale, più si è spinti a indagarne il significato profondo.
Il titolo di ogni tavola, che troviamo nell’indice alla fine del libro, dipana ogni dubbio e chiarisce ogni simbolismo con un’ironia talvolta crudele. Ecco che l’immagine di due gufi decrepiti seduti su un ramo acquista nuovi significati se accostata alla frase “Il mattino ha loro in bocca” (sì, ho scritto bene: “loro”). E che, in una scena corale in cui topi e scoiattoli sono affaccendati attorno a un tronco di un albero, un’upupa e una colomba si litigano banconote per costruire un nido, il titolo “Pausa pranzo” svela il vero protagonista di questa immagine: il serpente che scende discreto dai rami più alti, passando inosservato fra gli altri frenetici personaggi, nonché possibili prede.
L’ironia di questo libro raccontato per immagini è graffiante quanto il tratto dei disegni fatti a china, netti e completi, prevalentemente in bianco e nero con qualche eccezione data da tenui toni ad acquerello.
Il volume piccolo e compatto, dalla copertina rigida e dai colori discreti, cela in realtà minuziose illustrazioni e molteplici significati. Un libro prezioso per chi ama scoprire e interpretare le immagini pagina dopo pagina.
Complimenti, mi hai incuriosita e corro a ordinare il libro!☺️