Recensione: La Storia di Don Giovanni – The story of Don Juan, di Baricco e Nacar
The crazy life and valiant death of a man who loved women too much to desire only one.
Vita pazza e la morte coraggiosa di un uomo che amava troppo le donne per volerne una sola.
Una collaborazione fra Scuola Holden e L’Espresso fa omaggio dei grandi classici della letteratura reinterpretati da alcuni autori dei nostri tempi con “Save the story”: una collana per far conoscere I classici e avvicinare alla lettura i giovani.
Alessandro Baricco in questa collana si mette a confronto con uno dei più conosciuti e rielaborati personaggi della letteratura e del teatro europei: il Don Giovanni, le cui gesta sono state narrate ed analizzate attraverso i secoli da autori quali Molière, Byron e José Saramago, non ultima la famosissima opera lirica di Mozart, ogni volta adducendone significati e stile interpretativo differenti.
Baricco ci racconta il Don Giovanni in maniera semplice, scorrevole e con un linguaggio moderno che riesce ad introdurre il lettore in un epoca passata con estrema facilità, connettendo ogni cosa con esempi contemporanei e rendendo quindi facile la lettura anche ai più giovani.
Il testo resta riverente alla narrazione classica senza troppi approfondimenti psicologici o gli intrecci e le rivoluzioni lessicali che denotano le opere di Baricco, ma si possono cogliere comunque diversi livelli di lettura e una freschezza propria del suo stile.
Le illustrazioni scelte per questo volume sono di Alessandro Maria Nacar, un artista proveniente dal mondo della moda alle prese con il suo primo album illustrato. Le influenze “fashion” in queste immagini sono evidenti e direi molto coerenti con il pubblico a cui si rivolge la collana e con l’impronta narrativa di Baricco. Uno stile, secondo me, adatto ai giovani lettori: non rischia di essere infantile, quindi puntare a un target troppo acerbo, ma anzi si avvicina agli interessi dei teenager presentando il mondo in maniera semplice e diretta, ma anche con qualche schizzo irriverente di colore.
Il tratto è stilizzato, ma anche molto dettagliato e tagliente, con un’influenza “pop” che mischia paesaggi grafici molto particolareggiati con scritte ed elementi quasi naif: vedi l’aeroplano che sorvola la città di Siviglia disegnato con il tratto di un bambino, un elemento anacronistico che crea però una connessione diretta fra il lettore e la vicenda narrata.
Le immagini incorniciano il testo come un set in cui vengono predisposti i vari elementi che prenderanno vita nella narrazione.
I soggetti che vengono rappresentati sono in verità figure abbastanza statiche, dal tratto rigido e definito, che ci mostrano i personaggi nella loro essenza ed integrità: quasi delle icone inanimate caratterizzate da forti contrasti tra bianco e nero.
L’azione e tutto ciò che concerne le emozioni, il temperamento dei personaggi e le scene forti, quali i duelli ad esempio, vengono affrontate attraverso l’espediente degli schizzi di colore brillante che fuoriescono dal contorno nero dei personaggi inondando le scene con vitalità.
In definitiva credo che entrambi i linguaggi utilizzati, testo ed immagini, siano perfettamente coerenti con il tipo di esperienza che si vuole dare a chi legge, un ottimo modo per attrarre nuovi lettori e scoprire quanto possono essere attuali i grandi classici.
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