Recensione: La tête dans le sac, di Marjorie Pourchet
Adele è timida. Adele è timida fino all’eccesso. Ma quando, in realtà, una comune timidezza diventa eccessiva?
Oggi ho voglia di parlarvi di un libro. Un libro che tengo nella mia preziosa libreria da un mesetto a questa parte. Un libro che leggo, rileggo, osservo, catturo di tanto in tanto. Aspettando di sentirmi realmente pronta. Pronta per scrivere.
La tête dans le sac è un capolavoro di una giovane illustratrice francese, MarjoriePourchet, edito nel 2004 dalla casa editrice Editions du Rouergue e, purtroppo, impossibile da trovare nel nostro Paese.
Adele è una ragazza timida. Talmente timida da essersi creata un piccolo mondo tutto suo, per poter fronteggiare quello reale che scorre al di fuori della porta di casa, senza mai realmente affrontarlo. Adele non esce mai dalla sua dimora senza un immancabile accessorio: la sua borsetta, attraverso la quale nasconde il volto e si protegge dal mondo degli altri, infilandoci la testa dentro.
Così facendo Adele vive al riparo da una società conformista, pigra e svogliata, che ha perso da tempo la voglia di guardarsi intorno e di godere dei piccoli piaceri della vita.
Ogni mattina si dirige verso una fabbrica, un posto di lavoro capitanato da un tiranno senza scrupoli che di tutto s’interessa fuorché del benessere dei suoi operai. Adele svolge un lavoro meccanico che la soddisfa poco o niente, ma le permette di tenere ben nascosto il volto all’interno della borsetta, per non vedere l’ipocrisia che le regna attorno.
Un’autrice coraggiosa, MarjoriePourchet, che si lascia trasportare dai problemi di una società contemporanea nella quale viviamo e sceglie di trattare una tematica pesante come quella del disadattamento. Attraverso un mirabile accostamento di immagini e parole, di colori caldi e freddi, racconta la vita di una ragazza qualunque, che abita una città qualunque, popolata da gente qualunque che, come spesso accade, non arriva a vedere a un palmo dal suo naso.
Una realtà nella quale tutti si posso identificare, una realtà che al giorno d’oggi capita troppo spesso.
Una storia di vita. La vita di una ragazza che lotta per trovare il suo posto nel mondo.
Una storia narrata con estrema naturalezza in ogni sua sfaccettatura, condita da immagini evocative, cariche di fascino e di mistero, accompagnate da colori intensi, ricchi di una simbologia seducente. L’illustratrice predilige l’accostamento del blu e del rosso, utilizzati il primo per colorare una città triste, che vive nell’ipocrisia di una società contemporanea, e l’abito della protagonista, che soffre nell’inutile tentativo di trovare il suo posto in una realtà che non le appartiene; il secondo è il colore della forza d’animo, della passione, e della potenza. Rappresenta una via di fuga, e colora per tanto il tessuto della borsetta, unica vera salvezza di Adele. La terza variazione cromatica, che appare ogni tanto a spezzare la scena, è il verde chiaro, colore della natura e della vita, che rappresenta in fondo la liberazione per Adele da una società soffocante, che rischia di schiacciarla.
A seguito di varie peripezie Adele riuscirà a trovare la forza di liberarsi definitivamente del suo nascondiglio e scoprirà il piacere di guardare il mondo a testa alta, aprendo per la prima volta gli occhi su un universo ridipinto, vivace, e perché no, anche piacevole alla vista. La protagonista troverà il suo posto nel mondo, scoprendo la vera ragione della sua esistenza, dedicandosi alla coltivazione di un giardino colmo di gioia e di speranza.
La speranza per un futuro migliore.
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hai proprio un gran talento per la scrittura! continua ed insisti con la tua caparbietà e vedrai i frutti della tua passione.
ciao baci