Recensione: Le menzogne dell’Impero e altre tristi verità, di Gore Vidal
“Le menzogne dell’Impero e altri tristi verità” è una raccolta di saggi a cura di Gore Vidal, scrittore e storico statunitense, fortemente interessato alla storia della politica americana.
Sono saggi che vogliono parlare degli Stati Uniti, non come ce li presentano di norma i mass media, ma secondo i fatti storici. Sono davvero una terra di libertà e pace? Sono davvero il Paese anti-colonialista che una certa versione della storia vorrebbe farci credere?
Il primo saggio, che dà il titolo al libro, è un’acuta analisi di come davvero si siano svolti i fatti dell’11 settembre. Vidal pone domande che solitamente nessuno di noi si fa, pensando agli USA come Stato potente e infallibile, che solo dei terroristi estremamente preparati e pericolosi potrebbero riuscire a sfidare. Attraverso una ricostruzione dei fatti, ci mostra come il governo statunitense avrebbe potuto fermare l’attacco, usando l’intelligence a sua disposizione e i suoi mezzi militari, tra cui un’aviazione tra le migliori al mondo. La cosiddetta guerra al terrorismo di Bush più che una risposta all’11 settembre, era piuttosto parte di un piano ben progettato, prima ancora dell’attacco alle Twin Towers, per impossessarsi delle risorse naturali, del petrolio in particolare, del Medio Oriente.
Vidal mostra come quest’attitudine imperialista non sia un’eccezione, ma sia anzi fortemente radicata nella storia del Paese, che invece di puntare verso la pace cerca di arrivare ad uno stato di guerra permanente. Attraverso i documenti storici è possibile provare come la stessa Seconda Guerra Mondiale, e poi la Guerra Fredda, siano state fortemente volute dal governo statunitense per controllare i Paesi sotto la propria sfera d’influenza (imponendo spesso dittatori brutali e distruggendo opportunità democratiche all’interno di tali Paesi) e allo stesso tempo i comuni cittadini americani, spiandoli attraverso i servizi segreti, privandoli di alcuni diritti fondamentali (vedi per es. la caccia ai comunisti degli anni ’60), controllando i mass media, ieri come oggi, in modo da poter presentare una visione della storia più positiva.
Più che cercare un compromesso con l’URSS e una via d’uscita dalla crisi, l’URSS diventa un nemico su cui concentrare le attenzioni degli americani, e in nome del quale poter disporre del destino di altri Stati. Dopo l’11 settembre il nemico semplicemente cambia, e si personifica nella figura di Osama Bin Laden e dei suoi seguaci, e ancora oggi gli Stati Uniti sono in cerca di altri nemici.
Nell’interessante saggio “ Tre bugie per governare” si parla della delicata questione delle bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Davvero vi era il bisogno di compiere un’azione talmente ripugnante? In realtà i giapponesi volevano già arrendersi e avevano ormai perso di gran lunga la guerra; il lancio delle bombe fu un gesto altamente dimostrativo, per mostrare a tutti che cosa la Superpotenza era in grado di fare.
Alla fine Gore Vidal vuole cercare di avvicinarci al valore della realtà storica, che dev’essere scevra dalle manipolazioni, e allo stesso tempo mostrarci uno spaccato di un Paese così pieno di contraddizioni come gli Stati Uniti d’America.
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