Recensione: L’ostinato silenzio delle stelle, di Massimiliano Malerba
“Vengono da lontano, dall’inverno. Lucibene dice che vengono da molto distante, da posti che non possiamo conoscere, che non conosceremo mai. Dice che vengono dalle Stelle”.
Storie che provengono da futuri immaginifici, racconti di futuri possibili, futuri “altri” e “altrove”, frammenti di mondi alternativi e realistici: tutto questo è L’ostinato silenzio delle stelle, prima antologia di Massimiliano Malerba, ingegnere aerospaziale, esperto di Information Tecnology e, soprattutto, autore di fantastico e fantascientifico.
Nove racconti intensi, eclettici, cristallizzati in un istante, figli di un mondo governato dal Caos all’interno del quale non esiste Destino, non vi è Fato ma solo l’opprimente, inesorabile silenzio dell’Universo. In questo mondo fatto di buio e quiete eterna è proprio il conflitto interiore il vero protagonista incontrastato: quella costante tensione umana che spinge ogni personaggio a porsi domande, a lottare contro l’apparente realtà, a fidarsi del proprio Io e rifuggire la mera consapevolezza dei sensi.
E proprio la fantascienza si rivela a volte più vicina di quanto riusciamo a immaginare: è il nostro oggi alternativo, è una scelta al contrario, un’imprevista stoccata di scherma nell’incontro della vita, un mezzo attraverso il quale interrogarsi sui grandi temi dell’esistenza umana.
Un esordio narrativo di rara bellezza; un libro che con il suo stile musicale – a tratti ipnotico – e la sua profondità avvince sin dalla prima pagina il lettore e lo avviluppa totalmente, rendendolo al contempo spettatore e coprotagonista filosofico della narrazione.
Alcuni libri vengono cercati, inseguiti, braccati, altri invece ti capitano per caso, fanno capolino nella tua vita quasi per gioco e inaspettatamente, all’improvviso, ti entrano dentro, ti sconvolgono…e ti cambiano per sempre. Questo è stato per me L’ostinato silenzio delle stelle.
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