Recensione: Ricordi dello sviluppo della mia mente e del mio carattere, di Charles Darwin
Charles Darwin nel 1876 fu contattato da un editore tedesco per scrivere la propria biografia. Era un’esperienza che lo interessava moltissimo; non tanto per dover descrivere ciò che aveva fatto nella vita, ma perché se fosse capitato a lui di leggere la biografia di suo nonno sarebbe stato senz’altro contento di conoscere la sua storia e i suoi ricordi. Scriveva infatti:
“Quando un editore tedesco mi scrisse proponendomi di fare un racconto dello sviluppo della mia mente e del mio carattere, con alcuni tratti biografici, pensai che il tentativo mi avrebbe divertito, e forse avrebbe interessato i miei figli o i loro figli. Se avessi letto una narrazione, anche breve e semplice, del modo di pensare di mio nonno, scritta da lui stesso – cosa pensava, cosa faceva e come lavorava – so che l’avrei trovata interessantissima. Ho cercato di raccontare di me, come se io fossi un uomo morto, in un altro mondo, e guardassi indietro alla mia vita”.
Personalmente non conoscevo la vita di Darwin. Mi sono sempre fermata alle sue teorie, ma non ho mai cercato di far luce su quale possa essere stata la sua strada e cosa lo avesse potuto portare a diventare un così grande scienziato e ricercatore. Ne ho avuto occasione con Ricordi dello sviluppo della mia mente e del mio carattere, di Charles Darwin, tradotto e curato da Piera Mattei per Gattomerlino. Dalle pagine ciò che subito si evince è che neanche la vita di Darwin si può descrivere come un percorso fluido e privo di ostacoli: si sono presentate delle circostanze in cui ha dovuto scegliere se seguire le proprie passioni o un percorso considerato generalmente giusto dai più.
Sin da subito il racconto conduce il lettore in un viaggio, quello che lo scienziato fece a bordo del brigantino Beagle e che riuscì a soddisfare il grande desiderio di Darwin di conoscere ed esplorare posti lontani. Lui stesso scrisse: “Fu di gran lunga l’evento più importante della mia vita, che determinò l’intera mia carriera”. I suoi ricordi sono molto nitidi, anche se fan riferimento ad avvenimenti che si erano svolti nei primi anni della sua vita, e spiegano bene e con dovizia di particolari quali furono gli elementi chiave che lo portarono a incuriosirsi a determinate tematiche e quali invece non erano, dapprima, affatto contemplati.
Piera Mattei ha saputo incorniciare questo scritto come un quadro, curando l’introduzione, la traduzione e il dialogo finale con Antonio Bianconi, professore di Biofisica e Fisica all’università La Sapienza di Roma.
Mattei e Bianconi si occupano insieme anche della casa editrice Gattomerlino, nata nel 2010.