Resta anche domani, di Gayle Forman
“Non ti aspetteresti che la radio continui a funzionare, dopo. Eppure è così”.
…anche quando la macchina sulla quale stavo viaggiando ha avuto un terribile incidente, nel quale è stata coinvolta tutta la mia famiglia, la neve continua a formare mulinelli nell’aria e io sono lì immobile, sul ciglio della strada, accanto al mio corpo catatonico e ferito. Non so come tutto ciò sia possibile, non so se questa sia la morte, il finale a chi perde al gioco della vita o un orribile incubo. So solo che mi chiamo Mia, ho diciassette anni, un probabile futuro da violoncellista e due grandi amori: la musica classica e Adam. So anche che i paramedici hanno appena prestato soccorso al mio corpo martoriato e che cercherò di seguire il corso degli eventi, eventi così assurdi quanto reali: entrerò in sala operatoria con l’équipe medica, seguirò amici e parenti accorsi al mio capezzale senza poter loro parlare e veglierò il mio corpo nel reparto di terapia intensiva, in attesa. In attesa di cosa, vi chiederete? Neppure io ancora lo so.
Vi racconterò la mia storia, di come ero e come sono ora; vi trasporterò nel mio mondo attraverso la penna di Gayle Forman e le mie parole non potranno lasciarvi indifferenti, vi arriveranno dritte al cuore e riecheggeranno dentro la vostra anima come l’eco lontano di una melodia classica.
– Non dubitate nemmeno per un istante che possa sentirvi – proclama, le mani sui fianchi. – Si rende perfettamente conto di tutto quello che succede.-
I nonni la guardano, pendono dalle sue labbra.
– Magari siete convinti che siano i dottori o le infermiere o tutto questo apparato a condurre il gioco – dice, indicando la parete con le apparecchiature mediche. – Sbagliato. È lei a condurre il gioco. Probabilmente aspetta solo il momento giusto. Perciò parlatele. Ditele di prendersela con calma, ma di tornare. Deve sapere che la aspettate -.