A ritmo di cuore, di Alessandra Bucci
Una madre, una figlia. Un destino segnato. Un sogno infranto che riprende vita dopo molti anni per realizzarsi finalmente con un abito nuovo.
Leggere come farfalle con il loro battito d’ali che sposta i tornado. Ginnaste con i piedi sulla terra e la testa piena di sogni, che volteggiano, che hanno bisogno di forza perché ogni sogno diventi materia.
È questo il mondo che Alessandra Bucci, con la sua delicatezza, ci schiude davanti agli occhi.
Un mondo che attraverso la bellissima figlia ha conosciuto, vive e respira, insieme alle ambizioni, la fatica, le frustrazioni. E sebbene queste pagine non siano il racconto delle loro vite, questa madre e questa figlia chiuse tra le pagine che scivolano perfette hanno un’umanità vera, pulsante, tangibile.
A ritmo di cuore (Il Viandante editore) è una storia di amicizia che supera la paura, e una storia d’amore filiale che supera l’attesa o, meglio, le attese: quelle che ti aspetti si disvelino attraverso il corso della vita, quelle che puntelli di obiettivi e di ambizioni… E quando accade — e a volte accade — che queste si infrangano perché la vita ha i suoi piani e spesso non coincidono con i tuoi, allora riversi sulla creatura a cui dato vita tutti quegli appuntamenti che per te sono stati ragione di vita.
Così la piccola Vittoria deve raccogliere a partire dal nome quell’eredità materna che è già nel suo DNA, la leggerezza da ginnasta caparbia, capace, tenace, e non potrà permettersi margini di fallimento per non deluderla. Il suo sarà un percorso di crescita, e crescendo spiegherà a sua madre ragioni che piano saliranno a galla, facendo di un abbraccio un modo per perdonarsi ogni pretesa.
È una storia importante, a tratti dolorosa, di amicizia che si slaccia a causa di ragioni che restano sospese per più di vent’anni, una storia piena comunque di sole, nonostante le nuvole del destino vogliano fare ombra, una storia piena di speranza e di energia.
È una storia che ha preso vita nei mesi blindati in cui il mondo è rimasto cristallizzato dal Covid, come racconta l’autrice, e forse per questo diventata ancora più significativa, per il lettore che scorge margini di salvezza nel farsi accompagnare dal racconto di queste vite, e forse anche per l’autrice che ha vinto il buio di questi mesi claustrofobici grazia alla luce della scrittura, che salva chi legge e chi scrive.