Roberto Baggio – Credere nell’impossibile, intervista agli autori
Un libro a fumetti su Roberto Baggio ci voleva, la sempre meritoria BeccoGiallo ha colmato finalmente la lacuna con Roberto Baggio – Credere nell’impossibile. Autori due giovani bresciani, che l’hanno visto sicuramente giocare nella squadra di calcio della loro città. Sono Mattia Ferri e Nicolò Belandi, attivi nel miglior fumetto sotterraneo di casa nostra, tipo l’etichetta di autoproduzione McGuffin Comics e STORMI, sito di graphic journalism.
Il libro è adatto a un pubblico di appassionati di calcio, in quanto è ricco di immagini di partite, di gol, del rettangolo verde. Incontri memorabili passati alla storia a partire dal fondamentale rigore dei mondiali giocati negli Usa nel 1994. E poi le tante maglie vestite con onore, lasciando quasi sempre nei tifosi ottimi ricordi: Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter, Brescia.
E poi i molti infortuni, la fede buddista che l’ha aiutato, il Pallone d’oro, l’impegno con la FAO, la simpatia per la causa politica di Aung San Suu Kyi, il rapporto non sempre idilliaco con i molti allenatori con i quali ha lavorato e il suo essere diverso dai molti divi del pallone, con un carattere a suo modo ribelle. Tutto questo in ritratti grandi e colorati, dove dominano il verde dell’erba dei campi sportivi e i colori delle molte maglie indossate, compresa quella azzurra della nazionale. Che dire? Da non appassionato di calcio, mi sono appassionato a Roberto Baggio – Credere nell’impossibile. Così tanto da chiedere un’intervista ai due giovani autori. Ecco cosa mi hanno detto.
Perché un libro su Roberto Baggio? Siete suoi tifosi?
M&N: Siamo entrambi appassionati di calcio, e lo eravamo già nel 2000, quando Baggio accettò l’offerta del Brescia, la squadra della nostra città. Da quel momento è stato amore incondizionato. Siamo anche appassionati di fumetti e dopo le prime collaborazioni su storie brevi abbiamo provato a coniugare le nostre due passioni in un singolo progetto, che fortunatamente ha incontrato il favore dell’editore.
Roberto Baggio come metafora di un’altra Italia? Dentro e fuori dal campo…
M&N: Più che come metafora diremmo proprio come esempio di un’Italia possibile, unita nell’empatia e nel rispetto del prossimo. Crediamo sia un modello, visto che con la sua umanità ha saputo unire una nazione solitamente divisa nel campanilismo sfrenato.
Come mai un titolo così semplice? Credere nell’impossibile.
M&N: Perché Baggio è semplice, anche quando realizza l’impossibile. Perché per noi è stato così, quando nel 2000 ci siamo ritrovati una stella che giocava sotto casa. Perché all’ennesima meraviglia realizzata in campo non puoi più dire a bassa voce “impossibile…” ma accettare la realtà, e iniziare a godertela.
Come si è svolto il lavoro di documentazione? Avete rivisto sue partite? … avete attinto da altre fonti?
M&N: Abbiamo recuperato i vari documentari realizzati sulla sua carriera e compiuto una lunga ricerca iconografica per riportare su carta alcuni scatti che hanno fatto la storia del calcio. Ci siamo anche recati al Ristorante Da Romé per conoscere le famiglie di Chele e Peter, i migliori amici di Baggio conosciuti durante gli anni alla Juventus.
Come avete lavorato insieme? Scrittura e disegno …
M&N: Avevamo già collaborato quindi c’era già un bel rapporto. Prima di scrivere la sceneggiatura avevamo concordato che Nicolò avrebbe utilizzato la tecnica dell’acquerello e per dargli il giusto spazio Mattia ha optato per una scansione di poche vignette per pagina, inserendo molti riferimenti fotografici, così a essere il più precisi possibili. Su scene d’azione o più oniriche Nicolò ha avuto più spazio di manovra anche nella scelta dei colori.
Roberto Baggio è uscito per BeccoGiallo. Come mai con loro?
M&N: Secondo noi Baggio va raccontato non solo per i meriti sportivi ma anche per il suo lato umano. BeccoGiallo ha un catalogo ricco di figure degne di essere ricordate per la loro immensa umanità e ci sembrava quindi l’editore più adatto, come infatti poi si è rivelato essere.
Il vostro ricordo/partita di Roberto Baggio?
M: Il suo gol in Juventus-Brescia dell’1 aprile 2001. Non si tratta di un momento fondamentale della sua carriera, ma ho voluto a tutti i costi che ci fosse nel nostro libro. Sono 18 anni che lo guardo, per raccontarlo nel libro l’ho riguardato fotogramma per fotogramma ma è talmente geniale che ancora rimango a bocca aperta.
Magnifico.
N: Il ricordo più bello che ho della carriera di Roberto Baggio é sicuramente la partita del Brescia contro l’Atalanta. Dove Baggio guida la rimonta fino al 3 a 3 finale e con la corsa di Mazzone sotto la curva bergamasca.
Progetti futuri?
M: Continuo a seguire la rivista online di graphic journalism STORMI e in primavera uscirà una mia storia breve sulla rivista Oblò.
N: Mi piacerebbe disegnare un fumetto a tema storico. Mi affascina molto il rinascimento italiano e tutto il fermento artistico sbocciato in quegli anni.