Semeru. La grande battaglia, di Emanuele Petrilli
Non sono una grande estimatrice del genere fantasy: la mia conoscenza del fantastico si è interrotta al primo capitolo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, ha sorvolato completamente autori cardine del genere ed è quasi completamente debitrice nei confronti delle trasposizioni cinematografiche per quanto riguarda l’universo tolkeniano.
A bloccarmi sono le lunghissime descrizioni tipiche del genere, i nomi spesso impronunciabili e frutto di un’apparente accozzaglia di consonanti, i dialoghi dai toni ufficiali, simili più a sacre scritture che a reali scambi di battute, i personaggi più vicini a divinità che a creature mortali.
Ma vi sono casi, davvero rari, nei quali anche un fantasy riesce a coinvolgermi completamente, situazioni nelle quali la vicenda continua a ronzarmi nella testa per tutto il giorno in attesa che arrivi il momento di scoprire finalmente cosa accadrà. È quanto mi è successo poche settimane fa con Semeru. La grande battaglia, opera prima di Emanuele Petrilli, edita in ebook da Mondadori.
Unnon è la più importante città portuale del regno di Eupheria. Le leggende narrano che proprio lì un tempo si sono giocate le sorti dell’intero mondo. E proprio in quella città vive il nostro protagonista, Semeru,un giovane ladruncolo alle prese con la quotidianità. Ma gli eventi stanno mutando e il regno di Eupheria verrà messo a dura prova; quelli che sembravano solo miti e leggende si riveleranno racconti di un passato remoto e la magia tornerà a imperversare su quelle terre, in una guerra per la sopravvivenza del genere umano. Semeru sarà chiamato a scoprire se stesso per la prima volta, imparare a utilizzare la forza sopita dentro di sé e prendere parte agli scontri…
Ciò che più stupisce della narrazione è la commistione di generi diversi: il romanzo d’avventura si lega perfettamente ai momenti più introspettivi della vicenda, il racconto di formazione si incastona in un mondo fondato sulla magia.
Semeru. La grande battaglia rimane nella sua essenza un fantasy ma nella forma più moderna e meno stereotipata del genere. È vero, Emanuele Petrilli non è il solo ad aver intrapreso questo cammino negli ultimi anni, ma quello che gli si deve riconoscere è proprio la capacità di far ciò partendo dal nulla, autore ancora sconosciuto alle prese col suo primo romanzo. Il risultato è buono e i presupposti sono ottimi per far intravedere all’orizzonte una saga coinvolgente.