Ti guardo, lo psicoromanzo di Sibyl von der Schulenburg
Ti Guardo, di Sibyl von der Schulenburg (Il prato edizioni), è un romanzo particolarmente intenso, come lo sono spesso le storie che trattano dei disagi legati al dolore, all’amore e ai problemi psicologici che dei traumi particolarmente forti possono causare nella psiche delle persone. L’argomento principale, in questo caso, è l’erotomania, una patologia per cui il paziente è convinto che un’altra persona provi dei sentimenti amorosi nei suoi confronti, ma in maniera del tutto irrealistica e con modalità ossessive.
La storia va così. Un padre burbero, ferito per essere stato abbandonato dalla moglie, si vendica con Sofia, figlia di quella donna così irresponsabile da abbandonare tutto e lasciare a lui il compito di crescere la piccola. Sofia viene costretta dal padre ad assumere un atteggiamento maschile e con il tempo si trova a ricoprire questo ruolo anche nell’ambiente lavorativo. La sua vita diventa piano piano quella di Alex, un ragazzo molto turbato; un ragazzo, soprattutto, convinto che Valentina, una cake designer di sua conoscenza, voglia fargli capire il suo amore attraverso le torte che crea. La cerca, le scrive, la vuole, tanto che Valentina si convince a denunciare il suo comportamento al maresciallo.
Sofia però diventa anche Laura, una donna che ama le donne che soffrono a causa di rapporti ormai diventati vuoti, le donne la cui sofferenza nasce da un legame creato con uomini che non sanno dar loro l’amore che vorrebbero.
Sofia però diventa anche…
Sofia è una e centomila e, nel suo specchiarsi in personalità diverse, diventa ritratto di un dolore che, da sola, non ha saputo contenere. Ad aiutarla vi è il dott. Zuccala, lo psicologo che segue il suo caso e che in qualche modo riesce a far riemergere in lei quella bambina triste a cui, un tempo, piaceva immaginare di volare. Un supporto terapeutico importante, grazie al quale Sofia riesce a sentirsi nuovamente amata, a distogliere la propria attenzione da Valentina, a desiderare altro; a desiderare, soprattutto, di essere amata semplicemente per se stessa. L’amore di Sofia passa però attraverso gli occhi, che a lei piace leccare perché tramite della porta del cuore. Quelli del dottor Zuccala saranno quelli giusti, quelli che le daranno finalmente le chiavi per aprire le porte dell’Anima?
Lo stile di Sibyl von der Schulenburg è crudo e netto, e proprio per questo si accompagna perfettamente alla storia, che risulta coinvolgente e sì, ammettiamolo, anche decisamente spaventosa. Il punto di vista narrato è quello di Sofia che, nell’inconsapevolezza del proprio male e come vittima a sua volta di una vita ingiusta, risulta agli occhi del lettore in parte deresponsabilizzata per le azioni terribili che compie o vuole compiere. In fin dei conti, allora, chi risulta essere la vera vittima del caso?