Torna J.K. Rowling, ma sotto mentite spoglie
Comoran Strike è un ex militare veterano, di quelli che hanno fatto servizio in Afghanistan. E in Afghanistan è rimasto anche ferito, prima di prendere la decisione di diventare un investigatore privato e di dedicarsi alla soluzione del caso dell’omicidio di una modella.
Si può riassumere così la trama di “The Cukoo’s Calling“, libro scritto da Robert Galbreith che conta circa 1.500 copie vendute e diverse recensioni che ne parlano bene, ovvero un discreto successo, per un autore esordiente alla sua prima opera. Poi succede, però, che le vendite si impennino in una sola mattina del 500.000%, e il libro si ritrovi a vendere quasi 8.000.000 di copie. È bastato venire allo scoperto.
Robert Galbreith è infatti uno pseudonimo e il vero autore o, meglio, la vera autrice del giallo è in realtà J.K. Rowling. Una mossa non da poco, di quelle che fanno sì che la notizia venga rilanciata su tutti i giornali. Dunque gli incassi per la creatrice di Harry Potter sono, a conti fatti, nuovamente stratosferici. Si parla già di un sequel: lei stessa ha dichiarato che il suo Robert Galbreith è pronto a proseguire il filone con una serie di gialli.
Da questa storia ci si può sicuramente porre qualche domanda sul panorama editoriale. Del tipo: quanto vale una buona storia? Meglio un buon contenuto o un buon nome con il quale pubblicare? Lo stesso giallo della Rowling è stato scartato da diversi editori che oggi vengono allo scoperto, e che al tempo definirono il libro come ben scritto ma liquidandolo con un “niente di che”. Se anche gli addetti ai lavori hanno bocciato il testo, il mercato dà di nuovo ragione alla scrittrice, che però ha tutti i numeri per vincere facile. Dovendo tirare le somme, possiamo affermare che anche nel campo dell’editoria il libro è sempre più simile a un prodotto che bisogna saper confezionare e vendere così come il cliente richiede.