Tra cinema e fumetto: intervista a Luca Negri
Tra cinema e fumetto: intervista a Luca Negri su Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche
Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche è un libro a fumetti che raccoglie racconti e citazioni dal cinema di tutti i generi sotto forma di surreali strisce in bianco e nero. L’autore, Luca Negri, alias Regular Size Monster, giovanissimo (è del 1993) e appassionato conoscitore di cinema e di Thomas Pynchon, ha dimostrato un indubbio talento a imbastirlo così.
Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche è anche esordio per Eris Edizioni/Progetto Stigma, il “nuovo marchio editoriale composto e autogestito da autori per produrre libri a fumetti che ancora non esistono”.
Luca Negri vorrebbe essere un cineasta postmoderno, e intanto cita, con queste brevi storie, molti generi cinematografici: dal gangster movie alla spy story, dal teen drama (il più riuscito di tutti) al supereroistico. E poi dei classici senza tempo rifatti in modo originale, anche mischiandoli tra loro, come horror, western, fantascienza e guerra. Il tratto molto realistico e il gusto esistenzialista in un bel bianco e nero, a volte anche grigio, mi hanno ricordato i disegni di Carlos Sampayo.
Quello di Luca Negri è quindi un nome da tenere presente, per il fumetto e magari domani anche per il cinema. Del libro e di tutto questo ne abbiamo parlato con lui.
Intanto, perché Regular Size Monster? … ti devo chiamare così o Luca Negri?
Vai con Luca, RSM è solo il nome della pagina in cui posto alcuni dei miei fumetti. Il nome è un rimando alla produzione di particolari film horror con gli uomini che vengono maledetti e diventano di ferro col passare del tempo. Nient’altro.
Come è nato e Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche?
La raccolta nasce da un’esigenza immediata di avere un libro e dal desiderio di mettere ordine a una produzione personale molto sperimentale e decisamente invisibile, nascosta nel mio cassetto virtuale. Esordire sconosciuti oggi è strano, paradossalmente: si esordisce se si ha già un pubblico che è in grado di sostenere il tuo libro, almeno agli occhi di chi il libro lo produce, e già qui partiamo male. Se si aggiunge che è risaputo (a quanto pare) il fatto che le antologie di racconti non vendono benissimo, si parte subito con una formula da “libro sfortunato”.
Ma il libro è nato lo stesso, perché qualcuno (Stigma, Eris, il Signore) ha deciso di dargli un poco di fiducia. Meno male.
Da dove nascono il titolo e la copertina?
Il titolo riempie la bocca, suona epico e importante e si dimentica quasi immediatamente dopo averlo letto. Mi è sembrato perfetto per sintetizzare quello che è il contenuto del libro. Il tono alla Lina Wertmüller lo ricollega al tema centrale che è il cinema.
La copertina nasce, come ogni racconto che precede, da una singola immagine mentale. È l’ennesimo frammento, l’ennesimo filo sciolto che compone il libro. Sono immagini accelerate, autoconclusive.
Che rapporto c’è tra il cinema, i generi cinematografici e il tuo libro?
I racconti sono venuti fuori molto simili e molto diversi assieme. Sono partito col presupposto di lavorare con i generi, e di usarne il più possibile. Il risultato è la narrazione frammentata e frenetica che caratterizza il libro, una concatenazione ininterrotta di scene madri, private dei loro raccordi.
E il tuo rapporto con il cinema? Tu sei anche regista …
Io faccio diversi esperimenti video, e il video è un medium che ha molto in comune con il fumetto. Cerco di approcciarmi a entrambe le cose nello stesso modo, e il risultato è presente in questi racconti/trailer. La mia attenzione durante la scrittura e produzione delle tavole (e in modo meno consapevole nel video) finisce sempre nel montaggio dell’azione e nella gestione della linea temporale. È stimolante riuscire a costruire un intreccio vero e proprio basandosi principalmente sulla specifica temporale (e spesso spaziale, come nella storia horror e in quella western) dell’azione.
Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche è uscito per Eris Edizioni/Progetto Stigma, con una politica editoriale particolare. Parliamone …
Con Stigma ho progettato storie critiche in piena libertà. Insieme al libro è uscito un extra, sempre di mia produzione e a tiratura estremamente limitata, che è finito nelle mani di chi il libro lo ha pre-ordinato. Lo stesso avviene per ogni libro Stigma uscito e in uscita. L’unico modo per avere l’extra è comprare il libro sul sito nel periodo prestabilito, prima che arrivi in libreria. Una volta perso, il fumetto extra non esiste più. Ed è un peccato per chi magari il fumetto extra lo voleva, ma così è la vita.
Progetti futuri?
Fiction storica sui corrieri e la seconda guerra mondiale. Incrociamo le dita.