Un giallo andato a male, di Rocco Spagnoletta
Nella piccola provincia di Potenza la vita sembra scorrere tranquilla e i soliti fatti di cronaca passano quasi inosservati.
In un bar della zona Alfredo, ragazzo timido e impacciato, vede cantare Alice. La ragazza ha una bellissima voce e in lei c’è qualcosa che riesce ad attirare l’attenzione di Alfonso, qualcosa che va anche otre la bellezza e che costringe il ragazzo a farsi coraggio e a cercare di avere un contatto con lei, di avvicinarla.
Alice ha alle spalle un’ottima famiglia e il padre, infatti, è un noto e stimato medico. C’è però anche altro: Alice è tormentata da un legame sentimentale con un uomo più grande di lei con il quale spesso consuma droga. Sa benissimo che Alfonso potrebbe darle l’affetto che sta cercando e tutte quelle sicurezze di cui ha tanto bisogno, ma è molto difficile per lei separarsi dal Dr. Mirante, l’uomo che è riuscito a tenerla in pugno fino ad ora regalandole la cocaina da cui lei è dipendente.
Nella speranza di separasi da lui, Alice sparisce nel vuoto e lascia un’unica traccia: un messaggio ad Alfonso. Il ragazzo, insospettito, inizia subito a mettersi alla sua ricerca, tra le mani soltanto quella flebile traccia.
Nel frattempo, in città iniziano a girare strane voci: un certo Prete Bello sta seminando il panico, tra Puglia e Basilicata, uccidendo alcune donne, i cui corpi martoriati riportano i segni del serial killer, la sua firma. Anche la sparizione di Alice sarà legata a quest’uomo?
La storia di Un giallo andato a male, di Rocco Spagnoletta (Eretica edizioni), procede con un ritmo serrato, mantenendo una splendida suspense dall’inizio alla fine. I personaggi si ritrovano ben presto risucchiati in un vortice di eventi e, volenti o nolenti, a dover affrontare scelte molto ardue e piene di rischi.
Una cascata di pagine e parole riusciranno a tenervi incollati con il fiato sospeso fino alla fine…