Una storia blu mare, di Cristiano Cavina
Il mare è affascinante, denso di sostanza, di tutto quel fluido che ti scorre attorno, sopra e sotto, e ti riporta agli albori della tua esistenza, a quando ancora non avevi gli occhi aperti al mondo terreno.
Quel fluido era rassicurante, perché limitato nello spazio.
Il mare vero – o l’oceano, se preferite – non lo è. In realtà è uno spazio sconfinato, dove puoi trovare pericoli a bizzeffe, scoprire l’inimmaginabile e anche trovare amici.
E in quel fluido sconfinato, diventa difficile sparire alla vista degli altri esseri, anche se fai di tutto per isolarti.
Pinna morsicata, protagonista del romanzo di Cristiano Cavina edito da Marcos y Marcosy, è un curioso e avventuroso delfino appartenente al Clan di Muso Lungo che sta cercando in tutti i modi di fuggire ai propri simili e agli altri milioni di esseri che popolano le acque profonde.
Ha perso la gioia e non è felice, per qualcosa che lo ha costretto ad allontanarsi dal clan. Forse quella pinna morsicata, o forse altro, non lo rendono più speciale come credeva un tempo.
Nel girovagare per gli abissi, Pinna morsicata si imbatte in un curioso pesce giallo a forma di valigia, che visto di fronte sembra piuttosto una busta per la spesa. Spigolo – questo il nome che inventa Pinna per definire quel pesce tutto angoli retti e spigoli – è un animale curioso che mangia con voracità, conosce tutti i dialetti delle specie marine ed è così chiacchierone da risultare fastidioso, pedante.
Eppure, nonostante quell’epidermico fastidio, Pinna morsicata non riesce a liberarsene. Scopre anzi che, in fondo, Spigolo gli sta simpatico.
I due viaggiano così per le profondità dei mari, scoprendo cose nuove e imparando a conoscersi a vicenda, perché “…insieme si nuota più veloci, più leggeri, e si può affrontare tutto…”.
Manca qualcosa, tuttavia.
Manca quella rivelazione finale che fa sì che due individui possano dire di conoscersi davvero.
Pinna morsicata rivela il suo segreto, la sua vicenda, il motivo per cui è così infelice. Tutto il creato sembra gravargli sopra, e nulla appare poter migliorare il suo stato d’animo.
L’incontro con uno squalo mako mette fine a tutte le domande, ai dubbi, e a tante altre sciocchezze.
C’è in gioco la sopravvivenza dei due amici, e in questa occasione accade una cosa incredibile. Spigolo si gonfia a dismisura, mettendo in fuga lo squalo; resta però ferito a morte. E così, agonizzando, svela a Pinna morsicata il suo segreto, il motivo per cui anche lui è costretto a vivere da solo.
Al contrario di Pinna, Spigolo vive in solitudine senza averne colpa, perché è la sua natura a rendere le cose così difficili.
Pinna comprende di colpo “…come dovesse essere perdere tutto pur avendo ragione. Pensò ai mugugni e ai silenzi che aveva sbattuto sul muso a Spigolo, senza sapere di non essere quello che soffriva di più…”.
Cristiano Cavina sciorina una bella storia di amicizia, un racconto maiuscolo e di facile lettura, adatto però non solo ai piccoli lettori.
Tutti noi dobbiamo comprendere la vera morale della storia, quel saper ascoltare anche gli altri, senza riversargli sopra i nostri problemi.
Le nostre ambasce, spesso, divengono puerili questioni di fronte a chi, probabilmente, ha sofferto di più.
Cavina, con Pinna Morsicata, affida questo insegnamento a una storia in cui affiorano il profumo del mare, l’azzurro del cielo e l’immensità del creato.
Si lascia la lettura con un senso di pace, e anche con un piccolo magone.
Si guardarono negli occhi un’ultima volta.
«Giù i testoni e code a manetta, fratello mio» mormorò Spigolo.
Se ne andò così, guardando in alto, con un innocente sorriso di meraviglia. Salì in superficie leggero, pronto a salpare per il grande mare d’aria che avvolgeva tutto il mondo.