Una Valle, NPE edizioni
Lo vedete quell’uomo? Quello lì, a sinistra. Quello che sta dipingendo sulle rive del fiume. È un artista milanese intento a portare a termine il compito che gli è stato affidato da un noto editore: immortalare in una ventina di tavole la valle del Santerno. Si chiama Remo Liverani… o forse dovremmo dire che, in realtà, si tratta dell’alter ego di Magnus (al secolo Roberto Raviola, creatore di Satanik, Alan Ford, il Texone, solo per citarne alcuni), uno dei più grandi fumettisti italiani del secolo scorso. Non lo riconoscete, forse?
Ma torniamo a noi. Siamo nell’autunno del 1916, in pieno conflitto mondiale. La guerra sembra quasi un’eco lontana a Castel del Rio nel giorno dell’inaugurazione della linea ferroviaria di Vallata; il giorno in cui il protagonista di questa storia, l’illustratore e scenografo teatrale Remo Liverani, sopraggiunge al paese per la prima volta.
Vi rimarrà quasi un anno e, quando nel settembre 1917 lascerà quella terra che lo ha stregato, porterà con sé storie di uomini e donne del popolo, racconti di povertà e dignità, cronache di tradizioni, usi e fantasmi di una valle che sembra esistere oltre il tempo e lo spazio.
Giovanni Degli Esposti Venturi – che ha composto la maggior parte di Una valle (NPE edizioni) prima della scomparsa prematura – insieme a Gabriele Bernabei, Ruggeri, Delvecchio, Fontana, Bonfatti, Cortesi e Tisselli, affida alle tinte seppia la narrazione di un racconto che mescola fantasia e folclore, storia del fumetto e citazioni grafiche d’autore.
Castel del Rio, patria putativa del fumettista Magnus al quale è dedicato il volume, è il vero protagonista indiscusso della narrazione, un luogo quasi immaginifico, simile a un “mondo piccolo” (come quell’altro altrettanto famoso creato dal Guareschi) nel quale giorni, stagioni e anni trascorrono con una cadenza tutta loro, lontana dalla realtà e dallo scorrere delle epoche.
Grazie per la bella recensione!