Il libro per i bambini del futuro
Continueremo a leggere? Di anno in anno l’allarmismo in questo senso si ripresenta senza tregua, ma più che essere rivolto all’effettiva lettura, sembrerebbe più corretto precisare che si tratta di un dato riferito alle vendite. Di fatto, come si può valutare effettivamente quanto leggiamo? Il libro, per sua intrinseca natura, sfugge dalle più ferree logiche del consumismo per porsi nella rara posizione di oggetto duraturo che passa costantemente di mano in mano attraverso il prestito e la compravendita di usato. Del resto, un buon libro non si getta. Mai. Al limite, si regala.
L’interrogativo iniziale assume allora un’altra forma, meno generica: stiamo insegnando ai nostri figli a leggere? Stiamo trasmettendo l’amore per questo passatempo la cui fruizione e il cui godimento poco hanno a che fare con un mondo che diventa sempre più improntato sull’immediatezza e il visivo?
Il libro cerca di rimanere al passo perdendo peso e corporeità con l’e-book e trovando nuova espressione con l’audiolibro, ma il fascino di un’illustrazione potrà trovare il modo di riproporsi in maniera più immediata e interattiva? Difficilmente, perché sono forme d’espressione già esistenti: i fumetti, i cartoni animati.
Il “mondo libro” per i bambini, invece, dove rimane? Si annida nella tacita speranza che si mantenga e diffonda un principio di educazione che non metta da parte questo potente strumento dell’immaginifico e della fantasia, che sia capace di proporre modelli che valorizzino la calma attesa di uno sviluppo della storia e di un buon finale ma, soprattutto, che mostrino al bambino la magia di poter trasformare delle macchie di inchiostro in immagini – non più su schermo, ma mentali – in costante evoluzione e secondo il proprio, insindacabile, gusto.
«La letteratura per l’infanzia e l’adolescenza è una cosa seria», afferma Cecilia D’Elia, assessore alle Politiche culturali e vicepresidente della Provincia di Roma, «gli illustratori che lavorano ai libri sono degli artisti, gli editori dei veri e propri artigiani, e gli autori scrivono storie che fanno bene a tutti. Attorno a questi libri ci sono una tale cura e passione che vale la pena valorizzare».
In questo senso continuano a proporsi e a riproporsi splendide iniziative come “Nati per leggere” o il Premio Andersen, di cui potete continuare a leggere qui e qui.